Carne vegetale. La Francia dice NO

Emanato nel paese transalpino un decreto che vieta l’utilizzo della parola “carne” per denominare i prodotti plant-based
Carne vegetale. La Francia dice NO

Il decreto n° 2022-947 del 29 giugno 2022 pubblicato su LegiFrance, l’equivalente della nostra Gazzetta Ufficiale, ha avuto un effetto dirompente, e ha tutte le carte in regola per far giurisdizione in tutto il Vecchio Continente.

PLANT-BASED?

Non sarà possibile utilizzare la terminologia specifica dei settori tradizionalmente legati alla carne e al pesce per designare prodotti che non appartengono al regno animale“. In estrema sintesi, questo è quanto indica il decreto, abbastanza esauriente ed esaustivo.

La nuova legge entrerà in vigore il prossimo primo ottobre, con una deroga fino al 31 dicembre 2023 per i prodotti già fabbricati e/o etichettati.

C’È CHI APPLAUDE…

Scontata ovviamente la reazione di Coldiretti che, per bocca del Presidente Ettore Prandini, in una nota parla di “Il perdurare di una situazione di incertezza rappresenta purtroppo un favore alle lobbies delle multinazionali che investono sulla carne finta, vegetale o creata in laboratorio puntando su una strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei consumatori e indurli a pensare che questi prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne”.

Coldiretti ricorda inoltre il pronunciamento del Parlamento Europe in merito.

E CHI NO…

In un post su LinkedIn, dai toni decisamente polemici il cofondatore e Ceo di La Vie, uno dei maggiori player francesi nel settore, scrive: “Dopo aver spinto per la re-industrializzazione della Francia, il governo ha appena approvato un decreto che ci spinge a delocalizzare… Il governo ha appena pubblicato un decreto che vieta l’uso di nomi “animali” (pancetta, pancetta, ecc.…) alle alternative vegetali. Questo è il risultato di un lungo lavoro di lobbying da parte di un’intensa attività sindacale. Senza nemmeno commentare la faccenda delle denominazioni, c’è una magnifica assurdità: QUESTO DIVIETO SI APPLICA SOLO AI PRODOTTI REALIZZATI… IN FRANCIA. Bistecche di verdure prodotte in Spagna o Austria e commercializzate con noi? Nessun problema. Pancetta vegetale francese LA VIE prodotta in Vandea? “Oh no, i consumatori potrebbero sbagliarsi! Mi sono rifiutato di crederci ma no, non è un errore di battitura. Produciamo al 100% in Francia e saremo quindi tra gli unici penalizzati sugli scaffali. Non affronto nemmeno il fatto che si parli ancora di alternative vegetali, una delle chiavi per ridurre il nostro consumo di carne e quindi affrontare il riscaldamento globale…

La sensazione è che la faccenda non sia per niente chiusa

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