“Le richieste superano le nostre capacità di rispondere positivamente e questa è, a suo modo, una buona notizia”. Ad affermarlo, al termine dell’ultimo direttivo di Anbc (l’associazione nazionale di banqueting e catering, legata a Fipe-Confcommercio), è stato il presidente Paolo Capurro, titolare di Capurro ricevimenti (Genova) e rappresentante scelto dall’associazione costituita nel 2018 per rappresentare e tutelare a livello nazionale gli interessi delle imprese legate agli eventi. All’epoca, il valore del fatturato delle imprese aderenti era stimato in oltre 200 milioni di euro, su un totale nazionale di circa 2,5 miliardi. Poi però è arrivato il Covid che ha determinato lo stop del settore, con relativo crollo del fatturati, e la cancellazione o il rinvio di tutta l’eventistica nazionale, dalle semplici feste di compleanno fino alle cerimonie più importanti, compreso il mondo del cosiddetto “destination wedding” ovvero i matrimoni degli stranieri celebrati in Italia.
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Ora una parte di quelle cerimonie rinviate è in fase di recupero, determinando una corsa al catering durante un’estate in cui si concentrano anche le feste previste per i due anni precedenti. Tutto questo, unito alla voglia di tornare alla vita sociale da parte degli italiani, sta comportando un boom della domanda, a cui gli stessi operatori stentano a rispondere.
“Siamo in overbooking” riconosce Capurro, il quale però evidenzia una delle conseguenze più negative del Covid ovvero la perdita di competenze e professionalità a causa delle chiusure prolungate. “Le persone, i giovani in particolare, si sono disamorate di questo lavoro e noi vogliamo riportarle in servizio”.
La modalità individuata dalle imprese di catering e banqueting è un riconoscimento normativo che parta dalla definizione di un contratto di lavoro specifico per la categoria mai esistito finora, capace di identificare le figure e le mansioni che operano nel mondo del catering.
NO AL DUMPING CONTRATTUALE
In sostanza, la richiesta è quella di un contratto ad hoc, studiato per tutelare sia le imprese sia i lavoratori del catering. “Oggi – aggiunge Capurro – anche noi dobbiamo fare i conti con 29 diversi contratti nazionali, a tutele calanti, adottati da chi rappresenta solo un’infinitesima percentuale di imprese. Noi non ci stiamo a questa che è una vera e propria forma di dumping contrattuale e dunque di concorrenza sleale verso le imprese che rispettano le regole, guardando prima di tutto al benessere dei loro dipendenti”.
In particolare, le imprese hanno richiesto di inserire, nella negoziazione con i sindacati, tutele particolari per i lavoratori del catering e banqueting, impegnati in turni più lunghi rispetto ai colleghi della ristorazione e bisognosi di una formazione differente.
VOLA IL COSTO DEI TRASPORTI
Un altro aspetto delicato, evidenziato da Anbc, è quello dell’aumento esponenziale dei costi di gestione. “Un esempio su tutti è relativo ai trasporti, il cui costo è cresciuto del 35% rispetto a un anno fa, con un’incidenza complessiva sulle spese che ha superato il 20%. Di questi temi ci occupiamo solo noi di Anbc. Senza di noi il comparto non avrebbe la giusta rappresentanza” ha rivendicato Capurro.