Più città e meno CC per la ristorazione post Covid

Presentata la seconda edizione di Food & The City, il retail market report di Engel & Völkers e Ubri con focus su Milano. Al real estate del food & beverage sarà dedicata la cover story del numero di novembre di Food Service
Più città e meno CC per la ristorazione post Covid

A Milano è cresciuta la presenza di esercizi commerciali legati al food & beverage, con picchi superiori al 50% sul totale dei negozi in quartieri come Navigli e Arco Sempione. A rilevarlo è la seconda edizione di Food & The City, il Retail Market Report dedicato al comparto f&b realizzato da Engel & Völkers Commercial Milano, società di advisory immobiliare operante nel settore del Commercial Real Estate, in partnership con Ubri, Unione Brand della Ristorazione Italiana. Un documento da tenere in considerazione perché Milano tende ad anticipare i trend che poi si diffondono nelle altre città italiane, grazie anche all’espansione dei gruppi di ristorazione che si impongono sulla scena partendo proprio dal capoluogo lombardo. E proprio al tema del real estate nella ristorazione e in generale nel food & beverage sarà dedicata la cover story di novembre di Food Service magazine.

DEHORS IN EVIDENZA

Il report, che ha portato da 15 a 25 il numero di distretti cittadini analizzati, evidenzia la crescita diffusa della ristorazione all’interno del territorio milanese e introduce due novità: l’indice di vacancy e la rilevazione dei dehors esterni sull’affaccio stradale, fenomeno in grande crescita post pandemia, accanto ad un’approfondita analisi dei valori economici, dell’offerta merceologica, della tipologia di servizio e dei brand presenti.

Per quanto riguarda i dehors, in tutti i distretti di Milano è stata riscontrata una presenza superiore al 30% a testimonianza del fatto che oggi lo spazio esterno è un fattore di successo dei locali, anche se in alcune città è già scattata la “stretta” da parte delle amministrazioni comunali alle concessioni del 2020 e in altre (tra cui Milano) è stata reinserita la tassa di occupazione del suolo pubblico. 

RILANCIO DI CENTRI E PERIFERIE 

Nell’analizzare i risultati del report, il presidente di Ubri, Vincenzo Ferrieri, evidenzia che: “Le dinamiche sono molto cambiate rispetto al 2020, stiamo infatti assistendo ad un rilancio generale della città, non solo del centro ma anche della periferia, a scapito dei centri commerciali”. E all’interno della città occorre presidiare sempre più quartieri, esattamente come è accaduto a Milano dove i principali brand della ristorazione hanno moltiplicato le proprie insegne entrando anche in distretti un tempo non presidiati e oggi più vissuti dai milanesi che vi abitano.

Diventa sempre più importante – ha aggiunto Ferrieri – il presidio capillare dei brand che tendono a svilupparsi in più distretti possibili della città oltre ad una grande richiesta, da parte dei consumatori, degli spazi esterni necessari per riuscire a fatturare durante tutto l’anno”.

Gianluca Sinisi, Licence partner Engel & Völkers Commercial Milano & Lombardia, ha aggiunto: “Alcuni fenomeni che abbiamo studiato assieme a Ubri in questo Market Report Food, come la verticalizzazione dell’offerta di prodotto o la ridefinizione dello spazio del punto vendita, sono sociali prima che F&B. Desideriamo cibo più sano, eco-sostenibile e lo cerchiamo vicino a casa: comportamenti che hanno conseguenze importanti per il real estate, per le nostre città, per la nostra società”.

LA MAPPA DELLA CITTÀ

I quartieri milanesi ad altissima densità di ristorazione, oltre il 50% sul totale dei negozi, sono i Navigli e tutta la zona che va dall’Arco della Pace all’inizio di Corso Sempione. A seguire, con un’incidenza compresa tra il 30 e 44% sul totale, troviamo Isola Farini, Moscova Solferino e Oberdan Spallanzani, che sono anche i distretti in cui si registra una maggiore crescita del numero di esercizi F&B rispetto alla precedente rilevazione del report.

In prospettiva, un quartiere considerato strategico è Nolo, la zona a nord di piazzale Loreto attualmente presidiata per il 95% da attività a marchio indipendente e che potrebbe entrare nel mirino delle principali catene del food, date le sue grandi potenzialità.

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