Se è vero che nell’estate della siccità si conferma la stagione d’oro per i consumi di birra, come conferma l’indagine curata da BVA Doxa per AssoBirra che rivela come in vacanza, gli italiani consumino birra mediamente 4 volte a settimana, nella Giornata mondiale delle birra c’è anche chi celebra il senso di condivisione (e i conseguenti risultati economici).
È il caso di 620 Passi – il primo birrificio in Italia che si definisce “condiviso” – che non rallenta la corsa e chiude il primo semestre 2022 con volumi di produzione quadruplicati rispetto al 2021 e un fatturato a +350% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Si parla di numeri ancora piccoli – il fatturato nella prima metà del 2022 ha superato quota 200mila euro – ma il trend è solido e proprio in questi giorni l’azienda ha avviato la seconda campagna di equity crowdfunding per diventare soci del birrificio. Si punta a un aumento di capitale da un milione di euro, con una proposta rivolta a privati come a grandi investor professionali e istituzionali
BUSINESS (E BIRRA) CONDIVISI
Tutto nasce da un mix di ingredienti essenziali: l’amore per la birra artigianale, un team affiatato e un modello di business innovativo, fondato sulla condivisione dei programmi e del capitale. Ecco la chiave del successo di 620 Passi, start-up friulana che ha dato vita al primo “birrificio condiviso” in Italia.
In sostanza il modello prevede che chi crede nel progetto diventi socio e possa bere non una birra qualunque, bensì la birra del proprio birrificio.
“Siamo orgogliosi dei primi numeri – afferma il presidente Riccardo Caliari – che sono in linea con gli obiettivi di crescita che ci eravamo posti per l’anno. Abbiamo avviato collaborazioni con operatori molto importanti, come Friulbrau e Bernabei nel canale Horeca, ma anche le insegne Alì e Cadoro in GDO. Guardiamo al secondo semestre con entusiasmo e naturalmente la voglia di raggiungere tutti i nostri obiettivi”.
HORECA TRAINO PER IL MARCHIO
Viene da chiedersi come funzioni il rapporto tra un birrificio “tailor made” e l’Horeca.
“Lo definirei a tutti gli effetti un rapporto d’amore- replica l’amministratore delegato di 620 Passi Andrea Menegon – nel senso che, come birrificio, amiamo poterci far conoscere e apprezzare sul canale della convivialità per eccellenza, dove la gente trascorre bei momenti ed esperienze in compagnia. Ed è in quest’ottica che l’Horeca per noi rappresenta una grandissima opportunità, non soltanto a livello di business ovviamente, ma anche a livello di costruzione della marca, attraverso l’esperienza che riesce a generare in maniera diretta con il consumatore”.
Il birrificio 620 Passi ha un progetto di sviluppo industriale pluriennale, con un’ambizione di lungo termine molto importante, che è quella di diventare il più grande birrificio artigianale in Italia a volume.
“Per farlo – chiosa Menegon – è ovvio che, commercialmente parlando, dobbiamo guardare a entrambi i canali di distribuzione (Horeca e GDO) come due canali assolutamente strategici. Il canale Horeca sicuramente ha un peso molto importante, tanto a livello di supporto della costruzione della marca, quanto a livello di business. Ci aspettiamo che una grossa fetta dei volumi provenga proprio dall’Horeca”.
Ecco che la strategia di sviluppo prevede un allargamento della distribuzione a macchia d’olio, partendo dal territorio di origine (Friuli e Nord Est) per poi espandersi gradualmente sul territorio nazionale.
“L’obiettivo – aggiunge – è di massimizzare il livello di notorietà, maggiore ovviamente nel luogo di origine e, di conseguenza, diffondendolo gradualmente su tutto il territorio nazionale, continuando a guardare a entrambi i canali”.
Dalla startup non si esclude uno sbarco diretto nel fuori casa, che è spesso traino per i birrifici indipendenti.
“Il nostro approccio – conclude Menegon – prevede la costruzione di vere partnership con un numero limitato di partner distributivi qualificati nel canale Horeca. Oltre a questo, ci immaginiamo nel futuro di sviluppare un nostro flagship con gestione diretta, ma al netto di questo ci aspettiamo di continuare a gestire la distribuzione attraverso partnership distributive”.