Riduzione del potere d’acquisto per via dell’inflazione ma anche maggior consapevolezza verso la problematiche ambientali. Sono questi i driver che stanno spingendo sempre più italiani a chiedere la “doggy bag” al ristorante, tematica peraltro che è stata al centro anche dell’ultima Milano Restaurant Week.
PIU’ DOGGY BAG, MENO SPRECO
E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione del World Food Waste Report dell’Osservatorio Waste Watcher International di Last Minute Market, su monitoraggio Ipsos per campagna Spreco Zero, in vista della 3/o World Food Day, il 16 ottobre prossimo.
Con il taglio del potere di acquisto determinato dai rincari energetici e la necessità di ridurre gli sprechi salgono a quasi 4 su 10 (39%) gli italiani che portano a casa gli avanzi del ristorante con la “doggy bag”.
NUMERI IN AUMENTO
Il numero delle persone che non lascia gli avanzi nel piatto quando va a mangiare fuori è, infatti, praticamente raddoppiato rispetto a 10 anni fa. Con l’inflazione che ha raggiunto livelli record – rileva Coldiretti -, per molte famiglie è diventato indispensabile ridurre al massimo gli sprechi. Una situazione che spinge così sempre più persone a superare l’imbarazzo e chiedere di portare via quanto rimasto sul piatto per consumarlo successivamente tra le mura domestiche.
Dall’analisi Coldiretti/Ixe si evidenzia però che il 17% la richiede solo raramente mentre il 12% degli italiani ritiene che sia da maleducati, da poveracci e volgare o si vergogna comunque a richiederla. Infine c’è anche un 22% degli italiani che non lascia alcun avanzo quando va a mangiare fuori mentre il resto non li chiede perché non sa che farsene.
PIÙ SENSIBILITÀ E PIÙ COSTI
La doggy bag è spinta anche da una nuova sensibilità verso la riduzione degli sprechi alimentari, oggi resa tanto più necessaria dalla crisi economica, adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di piu’ secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
Di fronte a questa nuova esigenza – riferisce la Coldiretti – la ristorazione si è attrezzata e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc.
Un servizio nei confronti del cliente che ha un costo per ristoranti e agriturismi considerato i rincari che devono affrontare dall’energia alla carta da asporto con le buste per il confezionamento e la conservazione degli alimenti che cominciano addirittura a mancare.