Casa Surace e PizzAut insieme per la Pizzadagiù

Presentata il 27 ottobre la pizza ideata dal gruppo di creator napoletani, Casa Surace, per essere condivisa nei menu delle pizzerie di tutto il mondo
Casa Surace e PizzAut insieme per la Pizzadagiù

Ragù, caciocavallo e impasto fritto. Sono queste le caratteristiche principali della Pizzadagiù, originale progetto firmato Casa Surace e presentato ufficialmente il 27 ottobre negli spazi di PizzAut, prima pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici e guidata da Nico Acampora.

Noi siamo qui per Nico e il suo progetto” spiega Simone Petrella, uno dei fondatori di Casa Surace. “Per presentare la nostra Pizzadagiù abbiamo scelto questo spazio perché è un luogo dove si racconta l’inclusione. È un tema che sentiamo molto vicino proprio perché raccontiamo il Sud e le sue tradizioni, un mondo che, in modo diverso, è stato però anche lui a lungo escluso”. 

PROGETTO EDITORIALE

Pizzadagiù nasce da un’idea di Luca Persichetti, responsabile del marketing di Casa Surace, ed è stata elaborata con la collaborazione del pizzaiolo AnielloMele.

Una ricetta molto semplice, nata per raccontare il nostro mondo” prosegue Petrella. “A partire dall’impasto, fritto prima di essere informato, al ragù, al caciocavallo, tutti elementi protagonisti della vita del Sud e del nostro lavoro”. Il caciocavallo inoltre è uno di quei prodotti che non può mancare nel “pacco da giù”, must di ogni studente o lavoratore fuori sede al quale Casa Surace ha dedicato il suo primo progetto legato alla gastronomia, lo Staisciupacconato per aiutare e dare visibilità alle piccole imprese locali che non hanno fondi necessari per le campagne di comunicazione” sottolinea Persichetti. “La Pizzadagiù però ha tutta un’altra connotazione: è un progetto editoriale nato per portare ovunque i sapori del Sud, e infatti la pizza potrà essere inserita nei menu di ogni pizzeria che lo desideri senza che Casa Surace ne abbia alcun ritorno economico. Abbiamo già avuto vari riscontri da parte di locali e catene”.

Tra le realtà che hanno già aderito al progetto Da Zero.  

LEGGEREZZA CHE AIUTA A VIVERE

Noi abbiamo messo la Pizzadagiù in menu da una settimana e ai milanesi piace molto” sottolinea Nico Acanfora. “Abbiamo chiesto di poterla proporre non nel classico formato rotondo ma ovale perché risponde meglio alle nostre esigenze. I nostri tavoli infatti sono segnati da una linea rossa che delimita uno spazio oltre il quale sono posizionati gli ospiti a sedere. Questo perché i nostri ragazzi possono avere delle difficoltà nel rapportarsi con il cliente in maniera diretta, e per superare questo limite abbiamo pensato di dare loro la possibilità di appoggiare le pizze in uno spazio “sicuro” senza servirle personalmente. Da qui il formato ovale che si adatta meglio a questa soluzione. La cosa bella della nostra linea rossa è che al momento tutti i ragazzi sono riusciti a superarla”. “Quando siamo partiti con il progetto PizzAut ci hanno detto che non si poteva fare, ci hanno riempito di insulti” conclude Acanfora. “Adesso qui lavorano 12 persone autistiche, abbiamo fatto 200mila pizze, apriremo un secondo ristorante, siamo stati dal Papa e oggi siamo qui con gli amici di Casa Surace ai quali ci lega la stessa leggerezza. Che non è superficialità, ma è quella cosa che ci aiuta a vivere”. 

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