Sono passate solo due settimane da quando, il 17 dicembre scorso, Fipe-Confcommercio e Angem, l’associazione nazionale della ristorazione collettiva, hanno lanciato un grido d’aiuto al Governo a causa dell’impennata dell’inflazione e del caro energia che stanno mettendo a rischio il servizio di mensa nelle scuole, negli ospedali e nelle Rsa.
Una richiesta che è stata del tutto inevasa da parte del Governo, come dimostra la manovra di bilancio approvata dal Parlamento. È un misto di delusione e amarezza la presa di posizione di Carlo Scarsciotti, Presidente Angem e Oricon (Osservatorio ristorazione collettiva e nutrizione): “Apprendiamo con dispiacere che, ancora una volta, la ristorazione collettiva è stata esclusa dalle misure contenute nella manovra di bilancio approvata per il 2023. Segno che il nostro grido d’aiuto non è stato ascoltato e che al settore delle mense, in primis quelle scolastiche, non viene riconosciuto il valore nutrizionale, ma anche sociale, che invece ha”.
VALORE ALLA RISTORAZIONE COLLETTIVA
Ricordiamo che da parte di Fipe-Confcommercio e Angem era stata richiesta la revisione dei prezzi obbligatoria per i contratti della ristorazione collettiva e l’istituzione di un Fondo a parziale ristoro affinché la rinegoziazione dei prezzi non gravasse sulle famiglie.
“Ci auguriamo di poter continuare a lavorare nel nuovo anno con chi sinora ha dimostrato apertura verso le nostre istanze per tornare a dare il valore che merita alla ristorazione collettiva – ha dichiarato Scarsciotti –. Come sottolineato dal ministro Schillaci in una recente intervista, occorre insegnare ai ragazzi ad alimentarsi bene sin dalla scuola primaria, ed è quello che la mensa fa ogni giorno, servendo pasti equilibrati, sani e completi a tutti i ragazzi”.