Una crescita costante nel 2022, che ha portato il consumo di beverage nel fuori casa quasi ai livelli pre pandemici del 2019. Questo è quanto emerge dai dati illustrati da Mario Carbone, Account director Iri, durante il webinar ‘Consuntivi 2022, prospettive 2023’, organizzato da Italgrob il 31 gennaio scorso.
Dino Di Marino, Direttore generale Italgrob, ha introdotto il webinar, a cui ha partecipato anche Luca De Siero, General manager Doreca Italia, sottolineando che “il 2022 è stato l’anno della ripartenza per il canale Horeca, ritornato, in termini di consumi, quasi ai livelli del 2019. L’inizio del 2023, però, si presenta con molte incognite, a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia in un contesto generale recessivo”.
Scenario 2022
Mario Carbone ha poi presentato lo scenario 2022, partendo dal canale moderno, che “è cresciuto anche negli anni della pandemia, sfruttando le chiusure per lunghi periodi di bar e ristoranti, anche se lo scorso anno l’inflazione ha rallentato questa crescita”.
Lato Horeca, Carbone, dopo aver rimarcato che si tratta di un canale molto stagionale, con i picchi dei consumi beverage concentrati tra maggio e settembre, ha presentato nel dettaglio il trend 2022 in base alle vendite dei distributori di bevande: “Lo scorso anno i consumi a valore sono aumentati rispetto al 2019, ultimo anno per pandemia, del 18,1 per cento. Se scomponiamo i dati ci rendiamo conto che sono tre i motivi di questa crescita a valore: il fattore climatico, temperature sopra la media e scarse precipitazioni durante il 2022, la crescita dei prodotti ad alta marginalità e l’inflazione che ha determinato l’incremento dei prezzi”.
In relazione allo scenario descritto da Carbone De Siero ha dichiarato: “I dati relativi al fuori casa nel triennio 2020-2022, guardati con attenzione, mostrano la grande vivacità dell’Horeca rispetto al retail, nonostante le grandi difficoltà avute nel biennio 2020-2021”.
Boom di vino, bollicine e spirits
Parlando di categorie merceologiche, non tutte sono cresciute allo stesso modo: “Vino, spirits e bollicine hanno fatto registrare performance molto positive, non altrettanto, per esempio, la birra – ha spiegato Carbone –. Cambia, quindi, il peso a valore dei segmenti merceologici: la birra rappresenta ancora 1/3 del giro d’affari dei distributori, ma in tre anni ha perso quattro punti in percentuale che sono andati a vantaggio di vino, spirits, bollicine e bibite gassate. In generale, abbiamo assistito a uno spostamento verso le bevande alcoliche. Quale il motivo di questo trend nel beverage? I ristoranti e i locali serali stanno performando molto positivamente in termini di consumi e questo influenza il sell-in dei distributori, che stanno puntando su bevande come, appunto, il vino e gli spirits”.
Infine, per quanto riguarda le prospettive 2023, di cui si parlerà approfonditamente nell’ambito dell’International Horeca Meeting a Rimini, dal 19 al 22 febbraio prossimo, Carbone ha sottolineato che “in questo contesto recessivo ci aspettiamo un calo dei volumi, perché i consumatori italiani saranno molto prudenti nelle spese, mentre a valore, causa l’inflazione, ci sarà maggiore stabilità dei numeri”.