La farina di grillo è ufficialmente un nuovo alimento

La Commissione europea ha autorizzato il suo utilizzo in diversi alimenti, ma gli italiani sembrano non essere ancora pronti a gustare la new entry
La farina di grillo è ufficialmente un nuovo alimento

Lo scorso 3 gennaio l’Unione Europea ha dato il via libera all’utilizzo della polvere di grillo come alimento. Un risultato che si può definire “straordinario” per l’Antico Continente. Infatti, se gli insetti fanno parte dell’alimentazione di diversi paesi nel mondo, in Europa questa “ufficializzazione” rappresenta una reale innovazione.

Nello specifico, l’Unione Europea con il Regolamento di esecuzione Ue 2023/5 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha autorizzato il commercio di Acheta domesticus, il grillo domestico, in polvere parzialmente sgrassata come nuovo alimento.

L’iter di approvazione del prodotto è iniziato l’8 luglio 2020 dopo la richiesta da parte della Commissione Europea all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare di “effettuare una valutazione della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus quale nuovo alimento”.

Il 23 marzo 2022, l’EFSA ha dato parere positivo, sostenendo che “la polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus è sicura alle condizioni e ai livelli d’uso proposti”.

Il “grillo domestico” è divenuto così il terzo insetto autorizzato dalla Commissione come cibo per gli esseri umani dopo la locusta migratoria, autorizzata nel novembre 2021, e la tarma della farina (Tenebrio molitor), che ha ricevuto l’ok nel luglio 2021. Risultati resi possibile solo grazie allentrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2018, del Regolamento Ue 2015/2283 sui “novel food”, prodotti e sostanze alimentari privi di storia di “consumo significativo” al 15 maggio 1997 in UE, che, pertanto, devono sottostare a un’autorizzazione, per valutarne la loro sicurezza, prima della loro immissione in commercio. Tra i novel food ci sono anche gli insetti.

I POSSIBILI UTILIZZI DELLA POLVERE DI GRILLO

Nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue si legge che la polvere di grillo potrà essere utilizzata “nel pane e nei panini multicereali, nei cracker e nei grissini e nelle barrette ai cereali, ma anche nelle premiscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nei prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, nelle salse, nei prodotti trasformati a base di patate, nei piatti a base di leguminose e di verdure”. Ma anche “nella pizza, nei prodotti a base di pasta, nel siero di latte in polvere, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre e nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nelle bevande tipo birra, nei prodotti a base di cioccolato, nella frutta a guscio e nei semi oleosi, negli snack diversi dalle patatine e nei preparati a base di carne”.

L’ETICHETTA E LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA POLVERE DI GRILLO

L’unica società autorizzata a immettere sul mercato nei paesi dell’Unione l’Acheta domesticus in polvere parzialmente sgrassata (fin quando un richiedente successivo non ottenga l’autorizzazione alla commercializzazione) è Cricket One Co. Ltd, che già nel luglio 2019 aveva avanzato la richiesta di poter vendere la polvere sgrassata di grillo domestico.

Ora che la polvere di grillo parzialmente sgrassata è ufficialmente un nuovo alimento, come verrà indicata la sua presenza in etichetta? Prima di tutto occorre precisare che nel suo parere l’Autorità ha concluso che il consumo di questo nuovo alimento può provocare una sensibilizzazione alle proteine di Acheta domesticus e per questo ha raccomandato di svolgere ulteriori ricerche sull’allergenicità della farina di grillo. Al momento, comunque, non ci sono dati scientifici che colleghano direttamente il consumo di Acheta domesticus a casi di sensibilizzazione primaria e allergie, anche se è stato constatato che la farina di grillo può provocare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei, ai molluschi e agli acari della polvere. Per queste ragioni, gli alimenti che conterranno polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) devono essere etichettati nel rispetto dell’articolo 9 del regolamento (UE) 2015/2283, che prevede che vengano indicate le condizioni alle quali il nuovo alimento può essere utilizzato, le sue caratteristiche o proprietà e le implicazioni per la salute di gruppi specifici della popolazione.

POSIZIONI CONTRASTANTI

Che quello della polvere di grillo sia un mercato potenzialmente in ascesa lo dimostra anche l’interesse della famiglia Guzzini (azionisti della Fratelli Guzzini sia della svedese Fagerhult) che, come si legge in un’intervista rilasciata di recente al Corriere della Sera, ha rilevato una startup di allevamento di grilli, destinati alla produzione di proteine alternative.

Eppure, emergono pareri contrastanti riguardo l’utilizzo. Secondo quanto si legge dal sito dell’agenza di stampa Efa News, ad esempio, in Alto Adige alcuni imprenditori sono davvero entusiasti dell’introduzione della polvere di grillo come alimento, tanto che potrebbe diventare un ingrediente di alcuni dei piatti tipici altoatesini, come lo strudel di mele e lo schüttelbrot.

Da un’analisi Coldiretti-Istituto Ixè, invece, emerge che la grande maggioranza degli italiani non porterebbe mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale: il 54% degli italiani è contrario; il 24% indifferente e solo il 16% favorevole.

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