Cbre, multinazionale specializzata nella consulenza immobiliare, ha presentato il “2023 Italy Real Estate Market Outlook” sul commercial real estate in Italia. Il 2023, secondo al rapporto diramato in occasione dell’ottava edizione di Perspective, l’evento annuale della società dedicato alle ultime tendenze e alle prospettive del settore, sarà un anno caratterizzato ancora da incertezza. Ma, quello che è certo, sarà la presenza di diverse forze che stanno guidando il real estate verso la transizione ecologica. Sarà sempre più indispensabile dimostrare il raggiungimento di elevate performance ambientali degli immobili.
“Il primo semestre del 2023 sarà caratterizzato dalla definizione di un nuovo punto di incontro sul pricing, innescato 12 mesi fa dall’innalzamento dei tassi di interesse delle banche centrali e dal conseguente aumento del costo del capitale – dichiara Silvia Gandellini, Head of Capital Markets & AT High Street di CBRE Italy –. Il rallentamento dell’inflazione, atteso nel corso di quest’anno, e la conseguente stabilizzazione delle politiche della BCE, potranno favorire una nuova normalità, riavviando così il mercato dei capitali. Sono certa che il mercato del commercial real estate sarà in grado di offrire molte opportunità agli investitori early adapter”.
Le prospettive delle singole asset class
Guardando le prospettive per le singole asset class, il settore Uffici sarà condizionato dall’attuale clima di incertezza sul quadro economico del 2023 che potrebbe frenare l’afflusso di capitali. Il trend di decompressione dei rendimenti, inoltre, avrà un impatto frenante sull’avvio di investimenti core. Tuttavia, il mercato del letting è destinato a mantenere il suo slancio, lasciandosi definitivamente alle spalle le incertezze dell’impatto dello smart working sul futuro del settore. L’attenzione a nuovi layout, un maggiore impiego della tecnologia e l’adozione di più un ampio range di certificazioni ESG caratterizzeranno la domanda nel 2023, anche nell’ottica di un maggiore efficientamento dei costi.
Nel settore degli Hotel, la contrapposizione tra la costante crescita dei flussi turistici e la progressiva obsolescenza dello stock alberghiero continuerà a offrire buone opportunità per gli interventi di riposizionamento e riqualificazione di hotel esistenti e per conversioni di edifici con diversa destinazione d’uso in ricettivo, nonostante il contesto d’incertezza sui costi di costruzione. Le prospettive positive dell’industria alberghiera tengono alto l’interesse per investimenti value-add, alla luce delle continue buone performance del mercato.
Nell’ambito del Retail, gli investitori si preparano ad affrontare strategie di uscita dagli investimenti out-of-town condizionati anche dalla scadenza dei finanziamenti su immobili. La centralità della location premierà le proprietà lungo le principali vie del commercio, guardate con interesse da investitori alla ricerca di prodotto stabilizzato o opportunità value-add. Le strategie di espansione dei brand saranno più selettive e si concentreranno sempre di più su high street e gallerie/parchi commerciali prime. Nella ricerca di spazi verrà data crescente importanza alla disponibilità di superfici da dedicare ai prodotti venduti online.
Nella Logistica, invece, crescerà l’interesse verso operazioni in grado di assorbire l’aumento del costo del debito grazie alle prospettive di crescita dei canoni. L’appetito per le opportunità core rimane forte, anche se le opportunità con la minor possibilità di reversion nel breve periodo soffrono i repricing più importanti. Gli immobili che abbracciano i criteri ESG risulteranno più facili da affittare, attraendo i tenant grazie a migliori condizioni di credito. Per gli investitori core, gli asset con ottime performance e ESG compliant stanno passando dall’essere un nice-to-have a un must-have.