Si parla tanto dello spostamento in atto verso i consumi alcol free, ma per ora l’impatto nel mondo dei vini non viene assolutamente avvertito. Anzi: il ritorno ai consumi fuori casa ha determinato una corsa al rialzo delle vendite sia di prodotto italiano sia di quello d’importazione, con le etichette premium in posizione privilegiata rispetto al mass market.
L’ottimo momento di mercato è stato al centro dell’evento ospitato in settimana da Meregalli, gruppo leader della distribuzione e importazione, con la partecipazione di Club Excellence, durante il quale è stato presentato uno studio di PwC Italia dedicato al settore.
Italia, consumo sui vini premium
I dati di PwC Italia indicano in 290 miliardi di euro il giro d’affari globale del comparto vino, in lieve flessione rispetto al pre-Covid (-3%). “Il recupero pieno è previsto entro l’anno e la crescita attesa per il 2026 è ancora interessante, si parla di un +4%”, ha affermato Elena Borghi, Partner di PwC Italia – Consumer market.
In particolare, il mercato interno ha visto una vera e propria esplosione dell’import nel 2021 passando da un giro d’affari di 330 milioni di euro a oltre 400 milioni, con la Francia protagonista assoluta della scena. “Quello italiano sta diventando sempre più un mercato di destinazione dei vini premium”, ha commentato Marco Malinverno, Director presso PwC Italy. Inoltre, in Italia si sta verificando un bilanciamento tra i consumi in casa e fuori casa, dopo la parentesi pandemica favorevole al contesto domestico.
“Il nostro Paese conferma la sua predilezione per il consumo fuori casa. A livello globale invece lo switch di canale sembra ormai strutturale perché prima del Covid non c’era l’abitudine di bere vino a casa, che ormai si sta consolidando”, ha aggiunto Malinverno.
Strategie di upgrade
“Il trend è positivissimo. Dal 2019 a oggi, noi distributori siamo tutti cresciuti dal 20 al 40% perché si è imposto il trend dei vini importanti”, ha commentato Marcello Meregalli, presidente del gruppo monzese Meregalli, leader nell’importazione e distribuzione di vini e spirits.
Tra i protagonisti della tavola rotonda ospitata nella sede dell’azienda, a sostegno della voce del mondo digital, è intervenuto anche il nuovo Ceo di Tannico, Thierry Bertrand-Souleau. “Il ritorno al consumo fuori casa ha parzialmente ridotto gli acquisti online – ha affermato – ma ormai i clienti sono abituati a modalità ibride. La strategia di Tannico è puntare sulla parte più alta della piramide, per paragonarci al mondo delle enoteche e dei ristoranti proponendo vini rari e un’offerta premium. Dobbiamo distinguerci rispetto al mainstream dove dominano i prezzi e gli sconti”.
Luca Cuzziol, presidente di Club Excellence (che raggruppa i principali importatori e distributori per l’Italia, con un fatturato aggregato di circa 300 milioni di euro), sostiene che: “Noi distributori abbiamo delle autentiche autostrade aperte per la crescita. E questo perché rappresentiamo una categoria molto limitata come quella dei fine wines, dal prezzo nettamente superiore alla media italiana. Il limite del vino italiano è la percezione di valore da parte dei mercati internazionali: le nostre aziende vendono a basso prezzo e occorre alzare l’asticella della parte qualitativa, ottenendo più marginalità”.
In enoteca viene premiata la ricerca
Lo studio di PwC Italy evidenzia che la maggior parte degli utenti dichiara di consumare il vino a casa (61%), mentre per quanto riguarda l’acquisto il 70% delle conversazioni menziona i canali tradizionali e il restante 30% i canali online.
La ricerca ha analizzato 39.000 post condivisi dagli utenti, da cui emerge che coloro che parlano del vino nei canali social e web appartengono principalmente alla generazione dei Millennials (seguita dalla Gen-X e Gen-Z), abitano nel centro-nord Italia e sono uomini (56%). Gli utenti della Gen-Z che discutono di vino sono invece prevalentemente donne.
Su una base di 7.673 conversazioni riguardanti le tipologie di vino, il 60% riguarda il vino rosso, il 38% quello bianco e il restante 2% il vino rosato. Nel canale off-line resta fondamentale individuare i bisogni dei consumatori per attirarli nel proprio punto vendita.
In enoteca prevale la proposta più ricercata, la qualità dell’assortimento, l’acquisto guidato, l’esperienza a 360 gradi, mentre nei supermercati l’abitudine e la comodità: si recano a fare la spesa e ne approfittano per comprare il vino. Chi invece acquista dai siti dei produttori lo fa principalmente per una migliore esperienza d’acquisto e per la possibilità di accedere ai programmi di fidelizzazione.