È da qualche mese che Burgez sta allargando la sua offerta. Dopo il Fakeburgez e il Rehab, adesso è il turno di Keburgez. Il nome richiama la specialità mediorientale diffusa in tutto il mondo (il kebab), ma questo è composto da un filetto di pollo fritto, da vari ingredienti già presenti in altri panini dell’offerta, più un tocco speziato di una nuova salsa.
Keburgez: un kebab rivisitato
“È già da tempo che volevamo creare una specie di kebab – spiega Simone Ciaruffoli, founder della catena di fast food nata a Milano nel 2015 – la nostra idea è quella di un panino succulento con ingredienti già a nostra disposizione. Non è un vero e proprio kebab, ma i sentori e gli odori lo richiamano. Per preparalo usiamo il nostro pane, e dentro troviamo la lattuga iceberg, il pollo fritto e i jalapenos che donano la giusta piccantezza. Il sapore mediorientale? È dato dalla salsa molto speziata”.
L’obiettivo di Burgez è quello di allargare sempre di più la proposta senza comunque perdere il focus sul burger, prodotto centrale della catena. “Abbiamo uno zoccolo duro di clienti che amano il nostro burger – prosegue – ma vogliamo offrire delle alternative a chi vuole cambiare. Nessuno si immagini però un panino gourmet. Dico sempre che il gourmet non esiste. E questo vale soprattutto per un prodotto come il kebab che ha un’anima popolare”.
Il Keburgez è stato lanciato ad inizio marzo. Fino alla fine del mese circolerà per le vie di Milano un tram brandizzato per promuovere il nuovo panino. E le prime indicazioni dagli store sono positive. “Sta andando forte – spiega il founder – ad oggi abbiamo vendite simili agli hot dog per quantità. Ma ripeto, il lancio dei nuovi panini è spesso un test e se le cose non vanno non bisogna insistere. Li teniamo in menu qualche mese, poi se non performano bene, siamo pronti a cambiare”.
Obiettivo estero
Il 2022 è stato un anno positivo che si è chiuso, in crescita, cioè con un fatturato di 15 milioni di euro. Gli obiettivi principali di Burgez per il 2023 sono due. Il primo è quello di aprire 10 nuovi store, esordendo nel mondo del franchising. “Stiamo però ancora valutando – avverte Ciaruffoli – non vogliamo forzare nulla e molto dipenderà dai costi della filiera e dai prezzi dei fornitori. Se non si alzeranno, soprattutto quelli energetici, procederemo”.
Il franchising è anche un modo di realizzare il secondo obiettivo dell’anno, l’espansione all’estero. “Questa formula permette di appoggiarci ad altre partnership ed esplorare nuovi mercati – continua – i Paesi che abbiamo individuato per la nostra espansione sono Spagna ed Emirati Arabi Uniti.”
Perché proprio questi due Stati? “Sono due mercati diversi. In Spagna c’è un’ottima cultura dell’hamburger. So che c’è molta competizione, ma se non ci fosse significherebbe che la domanda del prodotto è scarsa. Poi è una sfida, e a noi le sfide piacciono. Negli Emirati, invece, i nostri locali saranno sicuramente più grandi e li vedo bene nei Mall. Lì già ci sono Five Guys e Shake Shack. Vogliamo metterci un piede anche noi e stiamo dialogando con alcuni partner, a tal proposito”.