Non c’è pace per Fico. La cittadella del cibo alle porte di Bologna inaugurata nel 2017, dopo la parentesi del Covid che ha determinato una forte riduzione delle entrate con conseguente accumulo di perdite di esercizio (tre milioni nel 2021 e oltre quattro milioni nel 2020, ma si prevedono ulteriori passività per l’anno appena concluso), dovrà affrontare un probabile cambio di amministratore delegato, con l’uscita data ormai come imminente di Stefano Cigarini. La notizia è stata pubblicata dal Corriere di Bologna. Cigarini ha rilasciato la seguente dichiarazione, riportata dalla stessa testata: “È un tema sul tavolo, ma compete ai soci decidere, io sono solo un manager. Non posso commentare una cosa che non è ancora successa. Siamo in una fase di assestamento societario, se ci saranno nuovi azionisti decideranno loro che cosa fare”.
Aumento del capitale in vista
Il cambio di assetto sarà il passaggio fondamentale per decidere il futuro del parco. Secondo i rumor, si andrebbe verso un aumento del capitale della società, a cui potrebbe rispondere in prima persona Oscar Farinetti. Il fondatore di Eataly diventerebbe così l’azionista di maggioranza e potrebbe gestire in prima persona la crisi ormai consolidata, mettendo un suo uomo di fiducia al posto di Cigarini. La scelta potrebbe ricadere su Piero Bagnasco, a capo del gruppo vitivinicolo Fontanafredda. Si tratterebbe però di un investimento personale di Farinetti. Eataly non c’entra, perché oggi la società è controllata in maggioranza (52%) da Investindustrial, fondo di investimento di Andrea Bonomi, e dal perimetro di vendita era stata esclusa la parte di Fico, considerata non strategica dal compratore. Di conseguenza, versando l’aumento, Farinetti andrebbe sopra le quote attualmente in possesso di Coop Alleanza 3.0, che aveva espresso sia il primo amministratore delegato, Tiziana Primori, sia l’attuale ceo Cigarini. Per il gigante della grande distribuzione, l’investimento è stato tutt’altro che proficuo e l’obiettivo è di uscire con il minor danno possibile.
Il nodo del biglietto a pagamento
Tra le critiche legate alla gestione di Cigarini, giunto a Bologna forte del successo di Cinecittà World, c’è la questione del biglietto di ingresso per la visita a Fico, che ha ulteriormente allontanato dal parco la presenza di clienti locali (e già i bolognesi avevano dimostrato di non amare Fico). In precedenza, sotto la gestione Primori, un’altra scelta si era rivelata fortemente penalizzante ed era stata quella di far scattare il parcheggio a pagamento dalla terza ora, mossa che finiva per ridurre il tempo medio di permanenza dentro al parco. Cigarini aveva annunciato l’apertura di un nuovo Fico in Cina, ad Hangzhou, e lo stesso Ceo aveva anticipato che il progetto sarebbe stato affidato allo studio di architettura di Stefano Boeri. Un annuncio prematuro e che non sarebbe stato affatto gradito dai soci di Fico.
Farinetti: “Non è stato deciso nulla”
“Non è stato deciso nulla. Se mai cambieremo qualcosa, lo diremo prima ai lavoratori”, ha dichiarato Farinetti, subito dopo l’uscita delle indiscrezioni sul cambio di amministratore delegato. E sul rapporto con le coop, Farinetti ha precisato: “Nessun problema, siamo in armonia, lavoriamo assieme per il futuro”.