Burger King ha registrato il fallimento di un altro affiliato. Due mesi dopo Tom’s King, che gestiva 90 ristoranti della catena, a inizio marzo infatti anche il secondo maggior franchisee della catena, Meridian Restaurant Unlimited, che ne gestiva 115, si è appellato al Chapter 11, citando costi per il personale e le materie prime divenuti insostenibili.
Turbolenze in arrivo?
Due indizi non fanno una prova, ma potrebbero rappresentare un segnale… Il portale Restaurantdive ha provato a fare chiarezza, intervistando alcuni esperti sia di franchising che di finanza per capire se tali fallimenti possano portare ulteriori problemi a Burger King e perché i concorrenti non hanno affrontato questi problemi finora.
Ritardo digitale
Carty Davis e Brent Elsass, advisor e principal della banca d’affari specializzata in franchising C Squared, hanno affermato che Burger King, prima della pandemia, era in tremendo ritardo nel campo del digitale rispetto ai concorrenti e ciò non ha permesso all’azienda di capitalizzare il boom delle vendite off-premise avvenuto all’inizio del 2020.
“Non credo che avessero la giusta enfasi sul marketing e sul prodotto in quel momento”, ha detto Davis. “Penso che il marchio stesse accettando passivamente la pandemia e che in quel momento non avessero davvero molto slancio, al contrario di molti concorrenti”.
Alla ripresa delle attività nel post-pandemia, con l’inflazione che ha iniziato a galoppare, Davis ha affermato che Burger King ha visto i propri margini erodersi, rendendo difficile per la catena colmare il divario con i suoi rivali.
Leva finanziaria
Siye Desta, analista di ricerca in campo azionario presso CFRA Research, ha affermato che uno dei vincoli alla capacità di risposta dell’azienda risiede nella struttura del suo debito, ha affermato. Desta fa notare che la leva nettadell’EBITDA rettificato della società è di 5,1 volte superiore a quella dei concorrenti. Considerando anche il rialzo dei tassi di interesse, ciò significa che la società potrebbe avere meno spazio di indebitamento relativo ai grandi progetti, uno dsu tutti il programma Reclaim the Flame.
Problema tassi
L’aumento dei tassi di interesse ha inoltre posto in stress finanziario molti franchisee rendendo più difficile ottenere finanziamenti a basso costo mentre i costi del lavoro, i problemi della catena di approvvigionamento e i costi di sviluppo sono tutti aumentati, ha affermato Ab Igram, direttore esecutivo del Tariq Farid Franchise Institute presso il Babson College. Igram ha inoltre affermato che diversi franchisee in tutto il settore potrebbero essere sovraindebitati, sia per l’assunzione di debiti per aggiornare i ristoranti, sia per l’erosione della redditività a causa delle scarse vendite nei mercati con prestazioni inferiori. Ma, ha detto Igram, questi problemi sono comuni nei sistemi di franchising. “Non vedo nulla di specifico per RBI o, in questo caso, il marchio Burger King.”
In estrema sintesi, ai problemi organizzativi di Burger King si è unito un quadro macroeconomico decisamente sfavorevole, che potrebbe penalizzare anche altre insegne.