La ristorazione autostradale al collasso: è questo l’allarme lanciato al Governo italiano da Cristian Biasoni, Presidente di AIGRIM, l’associazione che dal 2013 raggruppa le imprese più importanti che operano nelle aree di servizio autostradali, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, nei centri commerciali e negli altri siti in concessione. Il messaggio è chiaro: servono interventi immediati per un settore che impiega oltre 25 mila addetti e che, nonostante volumi di traffico tornati ai livelli pre pandemia, soffre di incassi inferiori del 10-15% rispetto al 2019. Soprattutto in vista dell’imminente periodo estivo: stante la situazione attuale, sono a rischio i servizi per i consumatori su tutta la rete autostradale italiana.
L’appello di AIGRIM: ristorazione autostradale non più sostenibile
Il Presidente di AIGRIM ha evidenziato una serie di fattori che stanno contribuendo alla crisi del settore: “Costi delle concessioni elevatissimi, necessità di disporre di personale operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, investimenti che scontano tassi di interesse molto alti, incassi in diminuzione del 10-15% al netto dell’inflazione, costi per i servizi di pubblica utilità a carico delle catene di ristorazione. Il nostro settore è al centro di una tempesta perfetta, con il rischio di non sopravvivere alla prossima stagione estiva”.
Secondo Biasoni, serve dunque intervenire sulla struttura dei costi, creando le giuste condizioni per permettere la crescita dei volumi di un settore ormai al collasso. “Prima di tutto serve parametrare la durata delle concessioni agli investimenti, ridurre e rendere totalmente variabili i canoni da versare ai concessionari autostradali e spostando a carico degli stessi alcuni costi, come quelli dei servizi di pubblica utilità (gestione bagni e aperture notturne), attualmente non più sostenibili dalle catene di ristorazione”.
Le disposizioni ART produrrebbero effetti irreparabili
In questo contesto, le disposizioni emesse dall’Autorità Regolazione Trasporti (ART) per l’assegnazione delle concessioni per la ristorazione autostradale rappresenterebbero, qualora adottate, un duro colpo per un settore già fortemente in crisi dalla pandemia.
Le disposizioni ART prevedono infatti, tra le altre cose, il ritorno dei punti di ristoro “sottopensilina” gestiti dai distributori di carburante e infine l’introduzione di un meccanismo di calmieramento dei prezzi, che limita fortemente la libertà di impresa degli operatori, senza tener conto complessivamente delle specificità peculiari del settore della ristorazione in concessione.
“Ben venga una maggiore concorrenza, ma questa deve generare una migliore qualità del servizio ai clienti che con l’attuale struttura dei costi di un punto ristoro non è possibile con un solo gestore, figuriamoci con due all’interno della stessa area di servizio – conclude Biasoni –. Riteniamo che queste disposizioni produrrebbero riflessi irreparabili sul mercato della ristorazione autostradale e quindi paradossalmente anche sulla stessa utenza che si pretendeva di tutelare.”
AIGRIM ha ufficialmente chiesto al Governo l’avvio di un confronto per individuare misure di intervento in grado di salvaguardare un settore che rappresenta uno dei principali biglietti da visita per il turismo enogastronomico nel nostro Paese, soprattutto nel periodo estivo.