Far mangiare 300 persone in un lasso di tempo strettissimo, la classica ora di pausa, a un prezzo medio di 10 euro, puntando sul gusto ma anche sul benessere. È questo l’obiettivo che si è posto Alberto Cartasegna, Founder e Ceo di miscusi, con la nuova apertura di Piazza Gae Aulenti a Milano: 70 coperti per 160 mq di locale, e un modello ibrido che unisce la velocità e la tecnologia tipici dei fast food a un’idea di alimentazione salutare e di qualità. Un’apertura, che lo stesso Cartasegna definisce “l’inizio di un nuovo capitolo” nella storia del brand.
Nuovo format per nuovi canali
Dopo i primi anni di grande successo e un periodo di difficoltà legato a Covid, crisi e guerra, con l’inaugurazione del punto vendita nel cuore del business district di Portanuova, miscusi torna alle origini facendo però tesoro dell’esperienza accumulata. “Per andare avanti siamo tornati indietro”, spiega Alberto Cartasegna. “Questo nuovo format, infatti, somiglia molto al primo miscusi, senza servizio al tavolo, informale, veloce; un ritorno alle origini ma in versione 4.0, grazie all’introduzione di una buona quota di tecnologia digitale”. Nel nuovo punto vendita quattro totem accolgono il cliente che può selezionare in autonomia tipo di pasta e condimento, attenendosi alle ricette proposte o azzardando accostamenti personalizzati. Inoltre, è possibile ordinare e pagare direttamente da cellulare – oggi tramite sito e nel prossimo futuro direttamente via app – quindi passare a ritirare l’ordine, snellendo così il lavoro dietro le quinte, altro ambiente nel quale sono state introdotte molteplici soluzioni high tech che permettono di gestire i flussi nelle ore di punta. “Il vero collo di bottiglia in questi contesti è la cucina, uno scoglio superato grazie all’ingegnerizzazione dei processi, con l’introduzione, per esempio, di strumenti smart come i bollitori che terminano le cotture in autonomia, e la connessione di ogni passaggio a uno schermo sul quale monitorare la comoda presa in carico”. Un nuovo approccio pensato ad hoc per contesti quali mall, aeroporti e stazioni: “questo è il canale nel quale vogliamo inserirci”, commenta Cartasegna. “Un canale nel quale non siamo mai stati presenti fino ad oggi, perché ci siamo sviluppati principalmente in contesti urbani, ma nel prossimo futuro le due realtà coesisteranno”, prosegue il Ceo.
Sostenibilità e ricerca
Questo nuovo corso è parte di una riflessione più ampia sulla natura stessa di miscusi – B-Corp dal 2021 – e della quale è parte integrante anche la creazione di un “menu 4.0”, come lo definisce il Ceo. “Con i nostri 13 punti vendita, noi diamo da mangiare a quasi 2 milioni di persone, e questo comporta una responsabilità sociale: la nostra attività ha un impatto sulla salute delle persone ma anche su quella della terra. Proprio questa consapevolezza ci ha spinto a iniziare un percorso di ricerca e sviluppo sulla nostra filiera, portandoci a diventare noi stessi agricoltori e riuscendo, per esempio, a coltivare il sorgo in agricoltura rigenerativa a emissioni zero. Abbiamo poi declinato questo primo progetto sperimentale su tutta la filiera, coinvolgendo i nostri fornitori: il risultato è che oggi un piatto di miscusi impatta l’80% in meno rispetto a un piatto di pasta medio, e rientra già negli obiettivi indicati dalle Nazioni Unite che chiedono di tagliare la produzione di CO2 derivata dall’alimentazione dagli attuali 3 kg pro capite quotidiani a 1,5 kg entro il 2030. Per il futuro abbiamo in serbo progetti ancora più disruptive perché sentiamo forte la responsabilità e desideriamo essere un brand con un ruolo attivo in un mondo che sta cambiando” conclude Cartasegna.