L’annuncio, il ridimensionamento e ora la chiusura. Da 700 a zero passando per 150. Il progetto dark kitchen di Wendy’s sviluppato in collaborazione con Reef Technology, può dirsi già virtualmente concluso, con scarsissimi risultati, a poco meno di due anni dall’annuncio.
Come riportato da RestaurantDive infatti, il format ha annunciato che chiuderà le rimanenti unità di Reef Technology questo trimestre, stando a quanto dichiarato il CEO Todd Penegor durante la earning call del Q1 23
Tali chiusure e i piani a lungo termine per i punti vendita tradizionali, rallenteranno la crescita del format almeno fino alla seconda metà dell’anno, ha detto agli analisti Penegor. La fine del progetto Reef di Wendy sancisce di fatto l’abbandono al concept “delivery only”, considerando che i ristoranti della catena stanno anche inserendo i marchi virtuali nei propri menu principali.
Le cause che hanno portato a questa decisione non sono comunque da ascrivere totalmente al brand americano, quanto piuttosto a uno scenario macro decisamente sfavorevole. In primis c’è da considerare l’enorme clamore generato dalle dark kitchen, e in generale da tutti i concept delivery only, durante la pandemia. Un hype smisurato, con metriche oltremodo dopate, che hanno portato a errate valutazioni sul potenziale mercato.
Tutto ciò ha portato di conseguenza alla generazione di una sorta di “bolla tecnologica”, spingendo oltre misura gli investimenti. Lo scoppio della bolla ha portato poi a un ridimensionamento di tutto il comparto tech, tutt’ora sotto i nostri occhi. Il partner tecnologico di Wendy’s, Reef Technology, un anno fa annunciava la riduzione del 5% della propria forza lavoro, pochi mesi dopo la presentazione di un ambizioso piano di crescita.
In Italia, forse considerando anche la scarsa attitudine al rischio dei nostri investitori, il fenomeno dark kitchen non è mai forse davvero esploso. A questo punto forse è stato un bene.