Nuovi problemi per Beyond Meat, la ciliegina sul la torta di un periodo decisamente complicato. Dopo la stagnazione del mercato, sia nell’horeca che nel retail, arrivano i problemi legali.
La numero uno del plant-based mondiale è stata citata in giudizio da un gruppo di investitori, i quali affermano di essere stati ingannati dall’azienda riguardo alla capacità produttiva e sulle prospettive di crescita.
Nella fattispecie, la class action è stata intentata da un fondo pensione, il “Retail Wholesale Department Store Union Local 338 Retirement Fund”, che ha citato l’azienda nel suo insieme, oltre che il CEO Ethan Brown, l’ex CFO, Tesoriere e COO Mark Nelson, l’ex CFO Phillip Hardin – nominato individualmente nel contenzioso – accusati di “aver fatto dichiarazioni e omissioni sostanzialmente false e fuorvianti, in un piano per ingannare il mercato. Queste dichiarazioni e omissioni fuorvianti hanno gonfiato artificialmente il prezzo delle azioni di Beyond Meat e hanno agito come una frode o un inganno” per gli investitori.
Beyond Meat ha visto grandi picchi e basse valli dalla sua IPO nel maggio 2019. La società ha debuttato in borsa a $ 25. Ha raggiunto il picco di $ 234,90 alla fine di luglio 2019, ed è stato scambiato a $ 10,68 nel primo pomeriggio di lunedì. Beyond Meat non ha risposto alle richieste di commento sul contenzioso al momento della stampa.
Tale azione legale nasconde un problema di fondo, del quale non se ne parla mai abbastanza, ovvero lo sbarco in borsa di quelle che possono ancora definirsi startup, con una situazione finanziaria ancora incerta e nessun profitto. Operazioni che sono a tutti gli effetti dei veri e propri round di investimento, ma aperti al pubblico.
In tal senso, la citazione di Beyond Meat potrebbe creare un pericoloso precedente…