È uno dei più consumati a domicilio, amato da grandi e piccini. E solo nel 2022 Glovo ha consegnato circa 70 milioni di hamburger in tutto il mondo, con il picco raggiunto il 27 novembre, giorno in cui sono stati ordinati dall’app oltre 271mila hamburger.
In occasione dell’Hamburger Day 2023, la più grande piattaforma di consegne multi-categoria in Europa ha deciso di svelare alcuni trend relativi a questo “piatto”, che nel 2022 ha fatto registrare un +10% rispetto al 2021, rappresentando il 16,5% degli ordini totali.
Secondo il report di Glovo, le città più consumatrici di hamburger sono nell’ordine Roma, Milano e Torino, seguite da Palermo e Napoli – a Milano un singolo utente ha effettuato 815 ordini nell’intero anno.
In cima alle preferenze degli utenti di Glovo, spiccano i grandi nomi internazionali dell’hamburger come McDonald’s, Burger King e Five Guys, accompagnati però dalle realtà italiane di maggior successo come Burgez e Bun Burger, seguiti da importanti realtà locali come C1B0, How I met your burger e nuove come Sweet Burger a Milano.
Hamburger, non più trend ma scelta consolidata
A sentire chi serve o propone in delivery l’hamburger, non si parla più di un piatto trendy ma di una passione consolidata per gli italiani.
Per Maurizio Rosazza, founder di Delivery Valley che gestisce il concept hamburgeria Giga Burger, quello dei burger “non è più un trend, ma un cibo oramai digerito dalla nostra cultura e fra le nostre scelte alimentari quotidiane. Gli italiani lo scelgono per cena o durante la pausa pranzo e non è più esotico”.
L’affezione per l’hamburger rimane alta, ma “bisogna saper offrire qualcosa di diverso – specifica – Giga Burger è nato studiano il mercato ed eravamo circondati da proposte di piccoli burger, molto americani, molto smash e poco italici. Abbiamo risposto con un prodotto di 15 centimetri, con bun fatto in casa con burro, hamburger da 180 grammi, salse fatte da noi e abbiamo interpretato persino il cetriolino, fatto a modo nostro. Da qui il claim di Giga burger: “Italian have it bigger”. Una sorta di sfida all’America dove e nato e dove un giorno speriamo di approdare: con un prodotto decisamente diverso e godereccio. Fatto di dettagli e di artigianalità, fatto di ricerca e qualità, insomma fatto all’italiana”.
“Il burger, come la pizza, rimane tra i piatti preferiti dagli italiani – conferma Matteo Toto di Flower Burger – tanto che negli ultimi anni è aumentata sia la domanda dei consumatori che la varietà di offerte disponibili sul mercato. C’è una maggiore attenzione alle opzioni di alta qualità e alle esigenze dei consumatori attenti alla salute e all’ambiente. Pertanto è sempre più fondamentale specializzarsi e costruire un brand riconoscibile e un’offerta differenziante”.
“Il segmento burger tiene ed è in crescita – confermano da Hard Rock Cafe Italia – dato che sempre più consumatori sono alla ricerca di sapori decisi, appaganti, veloci nelle preparazioni e personalizzabili a seconda dei propri gusti, cosa che con il burger è possibile fare strato dopo strato. Resta un piatto versatile e completo, che permette la condivisione e l’ottimizzazione del tempo”. L’attenzione “è soprattutto rivolta verso la qualità delle materie prime, la provenienza e l’attenzione alla sostenibilità. Da una parte registriamo un aumento dei consumatori consapevoli attenti all’ healthy food, veg oriented che ricerca un’alternativa e dall’altro abbiamo clientela onnivora che si concede per affezione dei piccoli peccati di gola”.
Trend: esplosione dei veggie burger, ma resistono i meat-lover
Un altro nodo chiave è quello dei burger vegetariani o vegan. Crescono o rimane uno zoccolo duro di meat-lover?
“Il consumo di veggie burger è in crescita in tutto il mondo – riferisce Toto di Flower Burger – Italia compresa, per diversi fattori tra i quali la crescente attenzione per la salute e il benessere, la preoccupazione per l’impatto ambientale dell’allevamento di bestiame e il desiderio di ridurre la dipendenza dai prodotti animali. Tuttavia, è importante notare che il consumo di hamburger tradizionali a base di carne rimane molto diffuso, in quanto per molti consumatori il sapore, la consistenza e l’esperienza culinaria dei burger a base di carne sono irrinunciabili”.
“C’è tanta voglia di qualità, sia nel mondo vegetariano che in quello dei meat lover – osserva Rosazza di Giga Burger – c’è voglia di un pasto pensato, fatto per bene, fatto in casa senza conservanti. C’è consapevolezza, non solo scelte diverse. Un consumatore che non vuole prodotti industriali e si informa. Noi abbiamo offerte veg in altri brand, nei fritti misti di verdura, nelle pizze, nel Catsu Sandro, dove al posto di una cotoletta vegetariana fatta di soia ci siamo messi a fare panelle di ceci. Insomma, cresce chi vuole mangiare meglio, in base alla sua scelta alimentare”.
Gli hamburger veg “crescono sicuramente – confermano da Hard Rock Cafe – con un’offerta sempre più variegata ed appetitosa, dando un’ottima alternativa anche in caso di intolleranze alimentari. Rispetto a cinque anni fa le opzioni sono molte e riscontriamo interesse anche da parte di affezionati meat lover, che non si privano di assaggiare un gusto nuovo. Nel nostro menu proponiamo sia la versione vegetariana, sia quella vegana con l’hamburger Moving Mountains da 170 gr, che sfrigola, odora e ha lo stesso sapore della carne ma è completamente a base vegetale”.
L’inflazione pesa anche sul panino americano
Viene da chiedersi come il fast food per eccellenza resista all’inflazione che, per ovvie ragioni, impatta sui costi (soprattutto dell’energia) e dunque si rovescia sui prezzi.
“La ristorazione è un settore strategico per l’Italia – dice Rosazza di Giga Burger – e dovrebbero esserci degli interventi che la possano rendere possibile anche in futuro. Interventi strutturali: stiamo pagando un ricarico su tutto e questo non va bene. E i settori strategici vanno tutelati per non incorrere negli errori del passato”.
“La gestione è molto complessa – chiarisce Toto di Flower Burger – specialmente dopo lo scorso anno durante il quale abbiamo subito un forte aumento dell’energia e il conseguente aumento della materia prima. Non esiste una ricetta magica e sicuramente aumentare semplicemente i prezzi non è una soluzione, in quanto nel medio lungo periodo potrebbe portare a perdere parte della propria clientela che ovviamente è sempre più attenta a quanto si spende. Svolgiamo un lavoro costante con un focus particolare sulla ricerca di nuovi fornitori, ottimizzazione degli acquisti, riduzione degli sprechi, riduzione delle scorte e una ricerca per individuare nuove ricette o prodotti aggiuntivi al fine di migliore la marginalità o aumentare il fatturato”.
Rispetto all’inflazione, all’Hard Rock Cafe si resiste “riducendo i margini, cercando prodotti di qualità superiore e rivolgendosi ad una clientela ben definita che apprezzi il prodotto finale conoscendone la storia e le peculiarità. Il mondo della ristorazione cambia molto più velocemente degli anni passati – spiegano – ed è necessario adattarsi alle richieste”.