Il 96% dei professionisti dell’Horeca italiani ritiene che la birra sia un prodotto adatto a sostenere il consumo di prodotti agroalimentari di qualità. Un dato che arriva dall’esperienza: 8 volte su 10, infatti, una birra ordinata nel fuori casa viene abbinata a prodotti della tradizione agroalimentare nazionale, con la pizza sempre in cima alle preferenze (76%), anche se cresce la voglia di abbinamenti con taglieri di formaggi e salumi del territorio per aperitivo, primi della tradizione o secondi di carne o di pesce. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla nuova ricerca realizzata da Nomisma per Osservatorio Birra e Agronetwork che racconta i consumi di birra nell’Ho.Re.Ca. attraverso il punto di vista di un campione di 1000 consumatori tornati nei luoghi della socialità e di 100 professionisti del Fuoricasa. Dati che identificano per la prima volta la birra come un vero e proprio volano per l’intero comparto agroalimentare italiano nonché un traino decisivo per la fetta di consumi agroalimentari nel fuoricasa che nel 2022 vale 89,7 miliardi di euro (stime Nomisma/Istat).
Birra a tutto pasto, meglio se del territorio
Per capire il potenziale positivo della birra sull’intero comparto però basterebbe prendere come esempio l’abbinamento più amato, quello preferito da 3 italiani su 4: birra e pizza. “Un dato di per sé significativo perché crea una sinergia tra la filiera della birra e alcune delle filiere agricole più importanti del paese: quella dei cereali, del pomodoro e della mozzarella” commenta Silvia Zucconi di Nomisma. Ma i dati della ricerca raccontano molto altro. Se infatti il 51% degli intervistati la sceglie come bevanda per un aperitivo, cresce la percentuale di chi gradisce la birra anche per accompagnare un antipasto (43%) o un primo piatto (27%), “per un 24% complessivo che ama abbinarla a tutto pasto” sottolinea Zucconi. Altro dato fondamentale riguarda la provenienza della birra: il 60% dei consumatori preferisce birra prodotta nel nostro Paese o in una regione specifica, magari in abbinamento ad una pietanza prodotta con ingredienti dello stesso territorio. Un’evoluzione nei consumi che Zucconi definisce come “un importante cambio di passo per la birra e il suo impatto nell’agroalimentare italiano”.
Ricerca di qualità: la birra batte il vino
Questa tendenza si inserisce in una più ampia prospettiva che riguarda i consumi fuoricasa, sempre più legati a materie prime italiane, e a prodotti agroalimentari e bevande di qualità, locali o legati al territorio. Secondo gli addetti ai lavori dell’Horeca, infatti, negli ultimi due anni il consumo di prodotti agroalimentari di alta qualità nei locali italiani è aumentato (44%). Quello delle bevande invece registra addirittura il 53%. Percentuale nella quale la birra a giocare un ruolo centrale: si tratta infatti della bevanda di qualità più richiesta nei locali (59%), davanti alle bollicine (39%), al vino bianco (38%) e al vino rosso (34%). “Questo dato mostra come negli ultimi anni la birra abbia conquistato un posto importante nelle abitudini del consumatore probabilmente perché ha saputo raccontare quella storia di filiera e quella cultura di prodotto che il vino ha già costruito da tempo” commenta Zucconi. “La birra è diventata un asset centrale nelle scelte del consumatore che predilige locali che offrano un’ampia selezione di prodotto: per 8 consumatori su 10, la qualità dell’offerta delle birre è fondamentale per la scelta del locale”.
Prospettive future
“I consumi di birra stanno crescendo del +6% rispetto al 2021 – propettiva di crescita confermata anche da AssoBirra –, e una parte importante di questo dato (36%) tocca il canale Horeca” prosegue Zucconi. “I dati della nostra ricerca mostrano quanto il consumatore oggi sia in grado di valutare il valore della filiera contenuta in ogni bottiglia e dunque quanto le imprese abbiano lavorato per trasferire i valori di questo prodotto. Inoltre, più del 50% degli operatori coinvolti sostiene che sarà quello del beverage l’ambito in cui ci sarà una maggiore richiesta di qualità: di conseguenza si renderà necessario lavorare sugli assortimenti”. Di certo, infatti, il peso della birra nella ristorazione italiana è destinato a crescere ancora. Per gli addetti ai lavori, in 4 locali su 10 questa bevanda incide oggi tra il 10% e il 15% sul business. E nei prossimi 5 anni questa percentuale è destinata a crescere fino al 20-25%, con punte del 50%. A tutto vantaggio della filiera agroalimentare italiana.