Altro che rischio fallimento, come paventato da alcune testate giornalistiche più interessate a totalizzare click sfruttando il nome di Gianluca Vacchi che a fare vera informazione. Per Kebhouze, al contrario, barra dritta sullo sviluppo retail e focus sui grandi centri commerciali, perché garantiscono uno scontrino medio e marginalità maggiori, nonché sulle principali città italiane.
In neanche due anni di attività, la nota insegna di ristorazione – che ha nobilitato il prodotto kebab – ha messo a segno 23 aperture, compreso il truck food, per un fatturato che nel 2022 ha superato i 5 milioni di euro. L’obiettivo per il prossimo anno è quello di raddoppiare il giro d’affari, mentre l’intero business dovrebbe virare in positivo entro il 2025.
Un percorso, quello indicato a Foodserviceweb da Oliver Zon, Founder & Project Manager del brand nato a fine 2021, sostenuto anche da una strategia di comunicazione che ha ottenuto numeri da record sulle principali piattaforme social, a partire da Tik Tok, come ampiamente spiegato dallo stesso manager sul numero di luglio & agosto del magazine Food Service.
“Per ogni punto vendita, il break even point lo fissiamo in media dopo tre anni, ma già l’85% degli store sta girando in positivo e, per i locali che hanno completato l’anno, mese su mese vediamo i miglioramenti rispetto al 2022 con crescite anche del 3-4%. E questo ci rende molto fiduciosi per il futuro”.
Ovviamente, precisa Zon, lo sviluppo seguirà le evidenze maturate in questo lasso di tempo: “Abbiamo capito che dobbiamo stare nei centri commerciali importanti e nelle principali città perché garantiscono un flusso costante. In particolare, gli shopping mall ci consentono di avere uno scontrino medio più alto, perché frequentati soprattutto da famiglie, e di marginare meglio perché quasi la totalità dei consumi è fatta in presenza, mentre il delivery in città comporta dei costi che erodono la marginalità”.
Insomma, per quella che a tutti gli effetti è una startup della ristorazione, gli 1,3 milioni di euro di rosso nel bilancio 2022 non rappresentano una criticità. Ma, al contrario, sono letti dal co-founder di Kebhouze come un dato fisiologico in una fase di forte crescita e in contesto, ricorda il manager, che tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 è stato fortemente inficiato dalle restrizioni anti-Covid.