Grubhub, DoorDash e Uber hanno citato in giudizio New York City per la nuova legge che impone una paga oraria minima di $ 17,96 per i lavoratori delle consegne a partire dal 12 luglio, come riportato da RestaurantDive. Questo salario minimo salirà a $ 19,96 l’ora nel 2025.
I reclami
Nel dettaglio, DoorDash e Grubhub hanno presentato un reclamo in forma congiunta alla Corte Suprema dello Stato di New York affinché la Contea di New York (Manhattan) ingiunga e quindi renda nulla la regola. Uber ha invece presentato la sua denuncia separatamente, come riporta il Wall Street Journal. La causa intentata da DoorDash e Grubhub sostiene che il Dipartimento per la protezione dei consumatori e dei lavoratori di New York City esclude “illegalmente” le società di grocery delivery nel calcolo del salario minimo incluso nel nuovo regolamento. Le cause affermano inoltre che varie tariffe orarie selezionate per compensare i benefici negati agli appaltatori indipendenti sono state calcolate in modo arbitrario.
Promessa mantenuta
Le azioni legali sono state intentate diverse settimane dopo che il sindaco di NYC Eric Adams e il commissario del DCWP (Dipartmimento per la protezione dei consumatori e dei lavoratori) Vilda Vera Mayuga hanno annunciato la versione finale della regola del salario minimo l’11 giugno. 16% in meno rispetto al primo obiettivo salariale proposto. Già a quel momento DoorDash e Grubhub avevano promesso una continua opposizione, inclusa un’azione legale, che ora è avvenuta.
Migliori condizioni
Al momento dell’annuncio, le istituzioni della Grande Mela avevano affermato che la regola era una parte di “un approccio olistico al miglioramento delle condizioni di lavoro per i lavoratori delle consegne”, che avrebbe portato i lavoratori a guadagnare quasi tre volte di più all’ora rispetto a prima dell’attuazione della regola. La chiave di ciò è il requisito che le società di consegna paghino i lavoratori per il tempo di attesa, ovvero il tempo in cui i lavoratori sono connessi all’app di consegna ma non eseguono le consegne.
Le obiezioni
DoorDash e Grubhub hanno sempre sostenuto che tale requisito comporterebbe che le aziende paghino i lavoratori per periodi di tempo in cui non sono state completate le consegne e ritengono che la città avrebbe dovuto utilizzare una formula progettata per pagare solo il tempo che intercorre tra l’invio nella piattaforma e la consegna dell’ordine. In sostanza Una sorta di paga “ibrida” tra il cottimo e il tempo. Siamo solo alle battute iniziali di quella che si prefigge come una lunga battaglia.