Il product mix dei distributori beverage sta evolvendo in direzione di un’offerta sempre più premium. È quanto emerge dal monitoraggio costante realizzato nel mondo della distribuzione di bevande da Circana, società che fornisce analisi dei mercati e consulenza partendo da una solida base: i dati POS raccolti dalla distribuzione nei canali On/Off Trade, C&C, Online. “Attraverso la collaborazione con i principali consorzi e gruppi organizzati del settore, raccogliamo sistematicamente le informazioni di sell-in dei grossisti specializzati”, precisa Mario Carbone, Account director Circana, intervistato da Food Service.
Crescita delle vendite dei distributori di bevande
Prima di vedere più da vicino come sta evolvendo il product mix dei distributori di bevande, è d’obbligo soffermarsi sull’andamento delle loro vendite al canale Horeca. La prima cosa che emerge dall’analisi di Circana è “la crescita del fatturato dei distributori, dal 2016 a oggi, con tassi del 5%, a parte la discontinuità del biennio 2020-2021 a causa della pandemia, dove si sono ‘persi’ circa 2,2 miliardi di euro – spiega Carbone –. Il fuori casa dimostra, quindi, nel lungo periodo, di avere performance migliori rispetto al canale domestico e, secondo le nostre previsioni, continuerà a crescere. Da notare, che in sette anni, dal 2016 al 2022, il fatturato dei distributori beverage è aumentato di 1/3”.
Quali i motivi di questa crescita? “Con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, a febbraio 2022, si è accentuata la spinta inflazionistica già in atto, che ha portato a un aumento dei prezzi e, quindi, a una crescita a valore delle vendite dei distributori beverage. Inoltre, nel 2022 il volume delle vendite è cresciuto a seguito di un caldo anomalo che ha caratterizzato praticamente tutto l’anno, ma, in particolare, primavera ed estate, che ha spinto i consumi di acqua minerale e bevande gassate. A questo bisogna aggiungere la ripresa del turismo, nazionale ed estero, e la stagione balneare eccezionale. Una serie di fattori esogeni, quindi, che hanno influenzato le vendite di bevande non solo nel fuori casa, ma anche negli altri canali. Ma c’è anche un altro fattore fondamentale: la qualificazione dell’offerta, con la proposta di referenze sempre più premium, in particolare nei segmenti spirits, vini e spumanti”.
Il nuovo product mix
Ruoli e pesi a valore tra le categorie di bevande stanno cambiando, con un portafoglio dei distributori che si riconfigura per mix e marginalità: le vendite a valore in percentuale delle prime tre categorie, ovvero birra, acqua minerale e bevande gassate, sono passate dal 66% del 2018 al 61,7% del 2022. Per i distributori, secondo l’analisi di Circana, è necessario gestire un portfolio più complesso e articolato, con la crescita di alcolici, vino e bollicine, categorie a prezzo unitario medio più alto, che guidano la valorizzazione dell’offerta ed elevano la marginalità.
“La birra, pur mantenendo il ruolo principale a valore, riduce di quasi 5 punti la sua incidenza nel portfolio (dal 38,6% al 34%) tra il 2018 e il 2022, mentre le bevande gassate beneficiano dell’estate 2022 per aumentare il proprio peso, dopo anni di staticità: dall’11,3% al 12,3% – spiega Carbone –. In particolare, l’incremento delle bevande gassate è legato al trend molto positivo delle cole e al boom delle toniche, protagoniste della miscelazione. Dalla nostra analisi emerge comunque che birra e acqua minerale fanno ancora la parte del leone nelle vendite a volume, per cui hanno sempre un ruolo fondamentale per il distributore”. Da notare che tra il 2018 e il 2022 il numero medio di referenze trattate dal distributore bevande è aumentato del 10,3%, mentre il concorrente primario, ovvero il cash&carry, non ha lavorato con la stessa intensità sulla leva assortimentale.