“Le retribuzioni garantite dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del settore ristorazione e pubblici esercizi sono superiori al salario minimo. Lo conferma uno studio che abbiamo realizzato in risposta alle preoccupanti dichiarazioni pubbliche da parte di rilevanti esponenti politici lesive dell’immagine di importanti aziende del settore da noi rappresentato, che vanno oltre qualsiasi generalizzazione disinformata”.
Lo sostiene Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, entrata nel merito dei dibattiti emersi negli ultimi giorni in materia di salario minimo. Soprattutto in un settore, quello della ristorazione, che sta dando segnali di ripresa.
“Le aziende che applicano regolarmente il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro sottoscritto da Fipe con le principali organizzazioni sindacali dei lavoratori, terzo contratto per applicazione a livello nazionale, meritano rispetto e garantiscono ai lavoratori condizioni ampiamente migliorative per tutti i livelli contrattuali a quelle che potrebbero essere raggiunte nelle ipotesi di salario minimo” spiega l’associazione. E va da sé che i contratti italiani non possono esser guardati in comparazione con quelli svizzeri.
“Rimanendo a disposizione per un confronto aperto e costruttivo sul tema e per fornire tutte le informazioni utili in merito – conclude Fipe – osserviamo con disappunto che questo genere di dichiarazioni rischia di rendere ancora più oneroso il contrasto a ogni forma di pirateria e dumping contrattuale, sul quale la Federazione è impegnata quotidianamente in prima linea a tutela degli oltre 900mila lavoratori rappresentati, tra cui quelli della ristorazione autostradale”.