Miscusi, l’insegna di ristoranti di pasta fresca nota per il suo impegno verso la sostenibilità, presenta la sua ultima novità: il fusillone di sorgo. Questa pasta speciale cresce senza bisogno di irrigazione, riducendo così le emissioni di CO2 del 78% e usando circa il 90% di acqua in meno rispetto ad un grano generico coltivato con le convenzionali tecniche agricole e che, ad oggi, rappresenta il principale ingrediente per la produzione di pasta in Italia.
Miscusi ha iniziato un percorso rivoluzionario iniziato nel 2019 che combina sostenibilità e piacere culinario con l’obiettivo di portare in tavola un’alternativa capace di ridurre l’impatto ambientale al minimo partendo dall’ingrediente base della pasta: i cereali. Da allora sono oltre 10 gli ettari che miscusi ha coltivato con una tecnica rigenerativa riducendo o eliminando l’utilizzo di acqua, pesticidi o fertilizzanti chimici.
In campo
Il sorgo di miscusi ad oggi viene coltivato presso il centro sperimentale Agrifuture di MartinoRossi Spa, un vero e proprio laboratorio in campo. Il sorgo, che già naturalmente non necessita di grandi quantitativi di acqua, viene irrigato da un sistema brevettato sotterraneo in prossimità delle radici della pianta e che consente di non avere dispersioni o sprechi di acqua.
Inoltre, le piante di sorgo vengono consociate ad altre coltivazioni di altezza ed esigenze differenti per consentire sia un migliore afflusso della luce solare sia per favorire la biodiversità del campo stesso. Tutto questo porta enormi vantaggi in termini di impatto sul suolo e consente di portare in tavola una pasta ad impatto ambientale positivo. Pare che non sia solo la terra ad apprezzare, ma anche i clienti: oltre 160 mila quelli che hanno già assaggiato e apprezzato i fusilloni di sorgo.
Tecnologia e sostenibilità
Il menù digitale di miscusi consente al consumatore di fare una scelta consapevole. Sono visibili le emissioni di CO2 per ogni piatto e vengono aggiornate se si fanno modifiche alle ricette. Non solo scelta consapevole, ma possibile: l’offerta del menù rispetta già oggi gli obiettivi ONU 2030 che prevedono di ridurre le emissioni di CO2 e collegate all’alimentazione da 3kg ad 1,5kg pro-capite al giorno. Ogni piatto è studiato non solo per essere sostenibile, ma anche per essere bilanciato e denso nutrizionalmente: 50% di good carbs, 30% di proteine e 20% di grassi non saturi. Il 50% dell’offerta è vegetariana ed il 25% vegana ispirandosi sempre ai principi della Dieta Mediterranea.
Il commento di Alberto Cartasegna, Ceo di Miscusi
“Il sorgo, o come lo chiamavano i miei nonni contadini la ‘saggina’, fa parte delle nostre tradizioni. Lo usavamo per ruotare (far riposare) il campo, dare da mangiare agli animali o essiccato e intrecciato per fare le scope. Oggi è l’impasto più sostenibile di miscusi. Credo che si possano trovare tante risposte alle sfide che viviamo, facendo un passo indietro, prima di farne due avanti – spiega Alberto Cartasegna, Ceo di miscusi –. Continuiamo a lavorare incessantemente per portare in tavola un piatto che non sia solo clamorosamente buono da mangiare, ma che nutra il nostro corpo e la nostra mente, riconnettendoci con la terra da cui tutto proviene, noi compresi. È l’inizio di una rivoluzione copernicana: non possiamo estrarre dalla natura quello che vogliamo, quando e come vogliamo. Dobbiamo ascoltarla e conviverci, ne siamo parte: ‘siamo ciò che mangiamo’ è una delle verità meno comprese, è nostra responsabilità coinvolgere e avvicinare clienti e contadini per ricordarcelo.”