Dosare bene le parole e non dare nulla per scontato: è questa la lezione che Wendy’s, tra le principali catene fast food negli USA, ha imparato sulla propria pelle. Con un caso pronto a fare scuola: Kirk Tanner, nuovo Ceo del format dallo scorso febbraio, durante la trimestrale conferenza sugli utili ha spiegato che un investimento di 30 milioni di dollari sui menù digitali avrebbe consentito all’azienda di testare prezzi dinamici in alcuni dei ristoranti Wendy’s. “A partire dal 2025 – ha affermato il Ceo – inizieremo a testare funzionalità più avanzate come prezzi dinamici e offerte in fasce orarie insieme a modifiche del menu abilitate all’intelligenza artificiale e vendite suggestive”.
Lo tsunami di commenti
Una dichiarazione apparentemente innocente che ha invece generato un vero e proprio tsunami, raggiungendo anche le aule del Senato americano. Per quanto il concetto di ‘Dynamic Pricing’ sia già abbondantemente sdoganato, tanto nella ristorazione quanto nella distribuzione, è infatti facile fraintenderlo come aumento dei prezzi. È il caso della senatrice Warren, che attraverso un tweet sul social X ha commentato: “Wendy’s sta progettando di provare il ‘aumento dei prezzi’: ciò significa che potresti pagare di più per il tuo pranzo, anche se il costo per Wendy’s rimane esattamente lo stesso. Si tratta di una variazione dei prezzi chiara e semplice, e le famiglie americane ne hanno già avuto abbastanza”.
Il chiarimento di Wendy’s
In seguito alla vicenda, Wendy’s ha chiarito il suo punto di vista attraverso un comunicato sul proprio sito: “Abbiamo affermato che la modalità di gestione digitale dei menu ci avrebbe dato maggiore flessibilità nel modificare la visualizzazione degli elementi in primo piano – ha commentato la società –. Ciò è stato interpretato erroneamente in alcuni resoconti dei media come un’intenzione di aumentare i prezzi quando la domanda è più alta nei nostri ristoranti. Non abbiamo intenzione di farlo e non aumenteremo i prezzi nei momenti di grande affluenza”.
Heidi Schauer, Vicepresidente delle comunicazioni, affari pubblici e assistenza clienti di Wendy’s, ha dichiarato ai media che “Wendy’s non attuerà il surge pricing, ovvero la pratica di aumentare i prezzi quando la domanda è più alta. Non abbiamo usato questa frase, né abbiamo intenzione di attuare questa pratica”.