Finalmente luci, e non solo ombre, nell’edizione annuale del Rapporto FIPE 2024 presentato l’11 aprile a Roma da FIPE-Confcommercio: l’uragano Covid è alle spalle, come dimostra sia il buon andamento del settore – in crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente con un valore aggiunto di 54 miliardi di euro – sia il dinamismo che fanno registrare gli investimenti da parte degli imprenditori di categoria, concentrati principalmente sul rinnovo del parco attrezzature e il potenziamento degli strumenti digitali.
Con una previsione, rispetto al piano di investimenti per il 2024, che sfiora i 4 miliardi di euro: sostenibilità e innovazione i driver principali, con circa 9 ristoranti e bar su 10 che hanno adottato misure concrete per il controllo dei consumi energetici e il rispetto dell’ambiente e oltre l’80% delle imprese che ha introdotto uno o più strumenti digitali all’interno dei propri locali.
Sopravvivenza complessa oltre il primo lustro
Entrando nel dettaglio della composizione del settore, il Rapporto evidenzia una leggera contrazione nel numero totale di imprese, che a dicembre 2023 erano 331.888 (-1,2% vs 2022). Di queste, 132.004 sono bar, 195.471 ristoranti, take away, gelaterie e pasticcerie e 3.703 aziende che offrono servizi di banqueting e catering. Oltre diecimila sono quelle che hanno avviato l’attività nel 2023 (+6,5% sul 2022), ma questa dinamicità fa i conti con il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese che supera, a cinque anni, appena il 50%.
“La contrazione del numero delle imprese non è necessariamente una cattiva notizia se si traduce in un rafforzamento delle competenze e un aggiornamento dei format, grazie al progressivo apporto di tante imprenditrici e di tanti giovani che decidono di mettersi in proprio”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio.
Guarda la video intervista a Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale FIPE – Confcommercio ↓
Il 28,9% delle imprese è gestito da donne, percentuale che nel canale bar sale al 33,1%; quelle guidate da giovani under 35 sono il 12,9% del totale, concentrate principalmente nel segmento ristoranti (60,3%), mentre le attività sotto il controllo di imprenditori stranieri sono oltre 50mila (circa il 14% del totale).
In crescita occupati e contratti a tempo indeterminato
Positivi anche i dati sull’occupazione, con 1,4 milioni di addetti, in crescita del 6,4% rispetto al 2022 e del 2,3% rispetto al 2019. Focalizzando l’attenzione sul solo lavoro dipendente, le oltre 165mila aziende con almeno un dipendente hanno impiegato, nella media dell’anno, 1.070.839 lavoratori (6,4 unità per impresa), superando dell’8,1% il livello pre-pandemia (circa 80mila unità in valore assoluto). Riassorbita, inoltre, l’emorragia dei contratti a tempo indeterminato, cresciuti di oltre 11mila unità rispetto al 2019, oggi la forma prevalente dei rapporti di lavoro nel settore della ristorazione (58,5%).
Cresce la spesa nell’OOH
Dal Rapporto FIPE 2024 emerge infine l’andamento della spesa delle famiglie nella ristorazione che ha raggiunto la soglia dei 92 miliardi di euro tornando (in valore) abbondantemente al di sopra dei livelli pre-pandemia e recuperando significative quote di mercato rispetto al consumo domestico.