Ge.S.A.C.: evolve l’offerta ristorativa degli aeroporti di Napoli e Salerno

Il fermento della scena aeroportuale campana, tra passeggeri in aumento e nuove aperture, è testimoniato anche dallo sviluppo dell’offerta ristorativa
Ge.S.A.C.: evolve l’offerta ristorativa degli aeroporti di Napoli e Salerno

La Campania è al centro dell’attenzione della scena aeroportuale nazionale, grazie ai crescenti volumi in termini di passeggeri e rotte per quel che concerne Capodichino, e alla recente riapertura dello scalo di Salerno, rotta strategica soprattutto nell’alta stagione per la collocazione territoriale in una zona di grandi flussi turistici. Ge.S.A.C. S.p.A., la realtà che dagli anni ’80 gestisce il sistema aeroportuale campano, ha da tempo messo in campo una strategia di rivalutazione dell’offerta ristorativa che ha permesso di dar vita a un riuscito connubio tra format nati da imprenditori locali e la presenza di brand di rilevanza nazionale e internazionale. Ultima, in ordine di tempo, è la notizia dell’apertura da parte di Chef Express di un concept store di Lavazza nel terminal del capoluogo campano, per implementare l’area food&beverage andando incontro alle esigenze della clientela internazionale in transito da Capodichino. “Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione per quel che concerne lo scalo aeroportuale di Napoli: nel 2013 infatti c’era solo una pizzeria nello spazio dedicato agli arrivi, mentre la restante offerta seguiva lo schema classico del retail autostradale con panini e poco altro”, sottolinea Sergio Gallorini, Direttore Commerciale Consumer di Ge.S.A.C. S.p.A. L’aeroporto di Napoli ha vissuto una vera e propria rivoluzione gastronomica, grazie a una lungimirante progettualità che ha messo al centro della visione organizzativa consistenza e identità delle realtà da coinvolgere. È stata infatti condotta un’indagine di mercato ed è stato fatto un meticoloso scouting su alcune realtà del territorio per capire quali fossero idonee. Il dialogo con gli imprenditori locali è stato quindi la chiave di volta per rivoluzionare uno scenario probabilmente polveroso, e che con l’ingresso di Fattorie Garofalo, Pastificio Di Martino e Feudi San Gregorio, per fare alcuni nomi, ha assunto una caratterizzazione più vicina alle esigenze della città e dei passeggeri locali e stranieri.

La riapertura del vecchio scalo di Salerno è la novità di quest’estate: “È stato riaperto un terminal che in passato aveva sofferto a causa della ridotta lunghezza della pista, ma che ora con i lavori di ristrutturazione potrà esprimere tutto il suo potenziale”. In questa prima fase si lavorerà, in parallelo, alla proposta ristorativa degli attuali spazi, estremamente ridotti, e alla progettazione dell’ampia area food prevista nel nuovo aeroporto che verrà inaugurato nel 2026, e di cui parleremo in maniera approfondita sul numero di settembre del magazine cartaceo di Food Service. Molti interessanti gli sviluppi futuri previsti per entrambi gli aeroporti: “Su Napoli abbiamo le idee chiare, occorre privilegiare i collegamenti intercontinentali e sviluppare nuove rotte provando a destagionalizzare il traffico. Lo scorso anno a Capodichino sono transitati 12,4 milioni di passeggeri e confidiamo di poter arrivare a 14 milioni, mentre su Salerno puntiamo a 4 milioni. Questi due Hub coinvolgono in realtà un territorio molto più ampio che comprende anche Basilicata e parte della Calabria”, evidenzia Gallorini. Nel 2025 scadranno sei contratti di locazione degli spazi presenti a Capodichino, sarà un anno di grandi gare e possibili cambiamenti. Per Ge.S.A.C. la ‘specializzazione’ continuerà ad essere una priorità nella formulazione della proposta ristorativa nel suo complesso, per rendere identitari gli spazi occupati dai migliori professionisti presenti sul mercato.

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