A Milano il forum Centromarca dedicato ai consumi fuori casa 

Il mercato, che sviluppa un giro d’affari di 101 miliardi di euro, nel 2025 dovrebbe  registrare una flessione delle visite del -1,6%
A Milano il forum Centromarca dedicato ai consumi fuori casa 

La filiera del fuori casa, un mercato al consumo da oltre 101 miliardi di euro,  sta disegnando il suo futuro tra evoluzione della domanda, criticità strutturali e rivoluzione digitale.  Priorità imprescindibili da affrontare per fornitori, canali distributivi e punti di consumo. È quanto emerso nella sessione introduttiva dell’incontro Consumi fuori casa: industria di marca, dinamiche di mercato e rapporti di filiera organizzato da Centromarca a Milanofiori il 20 e il 21 marzo. Per due giorni, oltre 250 manager delle  più importanti aziende alimentari e non food hanno approfondito l’Away from home (Afh) dai lati della domanda e dell’offerta attraverso contributi scientifici e panel con operatori di primo piano del fuori casa come Autogrill, Beverage Network, Cateringross, Lekkerland, Metro e MyChef“Promuovendo il seminario vogliamo contribuire all’evoluzione della filiera Afh – sottolinea Francesco  Mutti, presidente di Centromarca –. Lo scenario richiede idee, innovazione, sostenibilità, efficienza  logistica e digitalizzazione. Ci sono grandi opportunità per l’industria di marca: per coglierle dobbiamo  superare, insieme ai distributori e ai canali di consumo, le criticità che frenano la creazione di valore e  il miglioramento dell’offerta al consumatore”.  

Nel 2024 registrato un primo rallentamento moderato

Le prospettive del mercato sono state illustrate da Bruna Boroni, direttore Industry Afh Trade Lab. Nel 2024 il fuori casa ha registrato un rallentamento moderato, ma costante (-1,6%) della domanda  interna in termini di visite. A ridurle in bar e ristoranti sono in particolare i giovani GenZ (-3,1%) e i  Millennial (-6,9%) che escono meno e preferiscono trovarsi in casa con gli amici per un fattore  economico e per la loro forte attenzione al benessere fisico. Dal punto di vista geografico, soffrono l’area  Nord (-2%) e le medie/grandi città (-4%): territori che in passato hanno contribuito in modo consistente  allo sviluppo del mercato. La colazione è l’unica occasione di consumo in crescita nel 2024 (+0,7%): si  sta trasformando in un momento sociale e social, amata dai giovani perché più economica e meno  impegnativa rispetto alle occasioni serali. 

Guarda la video intervista a Bruna Boroni ↓

Gli andamenti delle diverse tipologie di canale si rivelano disomogenei e la domanda si polarizza.  Crescono, sebbene meno del passato, anche per una maggiore concorrenza dei format di prossimità della  moderna distribuzione, le visite nelle catene della ristorazione commerciale (+2%) e nelle pizzerie  (+4%); rallenta la ristorazione di fascia media generalista (-4%); cresce il segmento di ristorazione  premium (+6%). TradeLab per il 2025, attraverso il modello di forecast “Future Tracking”, prevede una  contrazione delle visite del -1,6%. Senza dubbio il contesto macro-economico, le modeste prospettive  di crescita del nostro paese, l’incertezza del contributo del turismo internazionale e le nuove normative stanno impattando in modo significativo su un mercato resiliente, ma in forte evoluzione a tutti i livelli  della filiera. Le strategie per crescere dovranno essere guidate dalla ricerca di nuove opportunità  attraverso un processo continuo di innovazione.

Verso nuove abitudini di consumo

Da una parte gli effetti dell’invecchiamento della popolazione, dall’altra la debolezza del potere d’acquisto. Ne derivano modifiche degli stili alimentari, delle strategie industriali, dei canali distributivi  e dei punti di consumo (bar, alberghi, ristoranti…). A casa, ha spiegato Emanuele De Faustino,  responsabile Industria, retail e servizi di Nomisma, tra i fattori che influenzano i comportamenti  prevalgono esigenze di risparmio e prodotti che contribuiscono al benessere, mentre fuori dall’ambiente  domestico a guidare sono gusto e soddisfazione organolettica. Su entrambi i fronti entra in gioco la  sostenibilità, declinata sotto forma di prodotti/ricette realizzate con materie prime che rispettano  l’ambiente e la comunità.  

Guarda la video intervista a Emanuele De Faustino ↓

Nel processo di soddisfazione dei nuovi bisogni il digital è fondamentale per generare efficienza, ridurre  i costi delle attività di filiera, affinare il coefficiente di servizio al consumatore indagando le sue scelte.  La priorità è mettere a punto un’offerta adeguata al mutamento delle esigenze. Purtroppo l’innovazione  va ancora troppo a rilento nel canale. Secondo quanto illustrato da Luciano Sbraga, vicedirettore  generale Fipe, solo il 24,5% dei servizi di ristorazione utilizza sistemi di ordinazione/prenotazione  online, il 9,5% sistemi Erp per condividere informazioni tra le aree funzionali, il 17,5% software di  finanza e contabilità, l’l,9% software di customer relationship management. Un altro fronte  problematico è la carenza di personale, in termini numerici e di preparazione professionale. Il turismo è una variabile tutt’altro che trascurabile per il fuori casa. Intervenendo al seminar, Stefano  Fiori, vicepresidente di Federturismo, ha sottolineato che il valore aggiunto sfiora i 100 miliardi di  euro, pari al 13% del pil (dato Istat, 2019). Nel 2024 le presenze straniere negli esercizi ricettivi superano  i 250 milioni e aumentano del 6,8% rispetto al 2023, rappresentando il 54,6% del totale.

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