Lvmh lancia Chandon Garden Spritz, alternativa francese allo spritz italiano

La multinazionale francese ha iniziato a distribuire in alcuni paesi il nuovo aperitivo realizzato da un mix tra vino frizzante argentino e bitter agrumato. Simile, ma diverso, arriverà in Italia a partire dal secondo trimestre del prossimo anno
Lvmh lancia Chandon Garden Spritz, alternativa francese allo spritz italiano

È sempre così: quando di mezzo c’è il vino, il confronto tra francesi e italiani si accende e i toni salgono. Immaginate se lo scontro si sposta nel sacro territorio dello spritz, attuale simbolo assoluto del bere italiano nel mondo. Ecco, è successo. L’ultima disputa (o presunta tale) tra cugini d’oltralpe riguarda infatti il lancio sul mercato da parte del colosso Lvmh del Chandon Garden Spritz, un premix già pronto in bottiglia che nasce dall’amalgama tra il vino argentino Chandon e un bitter generato da bucce macerate di arance biologiche (tipo Valencia, a loro volta colte sul suolo argentino). Giusto precisare subito che il nuovo prodotto non ha nessun legame con la Maison Moët&Chandon, anche se entrambi i brand sono di proprietà di Lvmh. Non è Champagne quindi, ma nulla ha a che vedere con il Prosecco, considerando che usa nel processo di miscelazione un vino argentino frizzante, lo Chandon appunto, coltivato nei terroir dell’area di Mendoza. Il bitter poi ha una sua origine solo somigliante a quelli italiani.

Sta di fatto che la parola spritz, in bella evidenza sia nel naming completo del prodotto, sia nella sua etichetta che scorre curiosamente in verticale sula bottiglia, ha fatto storcere il naso ai produttori di Prosecco. Usare il termine spritz è stato infatti giudicato da alcuni produttori trevigiani come un astuto tentativo non troppo corretto di fare concorrenza all’aperitivo di casa Italia, giocando sul valore di questo cocktail che, stando alle stime del 2019, genera 4,3 miliardi di euro in tutto il mondo, con circa un quinto dei ricavi registrati all’estero. Una parola che vale oro quindi e che, per i vertici di Lvmh, sarà il drink appeal per rilanciare i consumi nei locali, dopo tanti e lunghi mesi di lockdown. «Vogliamo che questa sia la bevanda del ritorno alle terrazze (riaperte in Francia dallo scorso 19 maggio, ndr) – ha confermato Philippe Schaus, amministratore delegato di Moët Hennessy, divisione della multinazionale che produce prodotti alcolici –. Ci aspettiamo una ripresa molto forte della domanda, dato che i risparmi accumulati durante le chiusure saranno in parte spesi in ristoranti e bar. Ogni volta che riapriamo la gente ha una voglia matta di uscire sulle terrazze».

Ora in questo clima di euforia ritrovata, ci si chiede se lo spritz italiano saprà reggere la concorrenza di fronte al neonato collega transalpino? In Francia non possiamo avanzare ipotesi, è troppo presto dato che la bevanda è da pochi giorni proposta agli avventori. In Italia potremo dare il nostro giudizio, ma solo a partire dal secondo trimestre el 2022, quando il Chandon Garden Spritz sbarcherà ai tavoli dei cocktail bar e nostrani. La sfida è annunciata e forse farà anche bene al settore Horeca, come afferma Innocente Nardi, presidente del Consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg, che con toni amichevoli ha dichiarato: «Siamo in un mercato libero e la competizione può anche essere vista come una nuova opportunità». Beviamo in pace quindi.

Una gara di gusto si prospetta dunque all’orizzonte. Bisognerà però mettere in conto che, se Lvmh confermerà il posizionamento di prezzo del suo prodotto, vale a dire 19 euro a bottiglia da 0,75 cl, come applicato nei principali paesi in cui è stato lanciato in questa fase iniziale, allora per ogni bicchiere si prevede che si possa spendere tra gli 8 e i 10 euro. Praticamente oltre il doppio rispetto al costo medio di uno spritz made in Italy, oramai raramente proposto sopra i 3/4euro per singolo drink.

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