Ogni anno, a giugno e in diverse nazioni del mondo, si festeggia il Pride Month, un mese di appuntamenti e iniziative per celebrare la bandiera arcobaleno. Giugno non è un mese qualsiasi: è stato scelto per commemorare i moti di Stonewall avvenuti a New York, momento di svolta epocale per il movimento LGBTQ+.
Ogni anno, a giugno, iniziano a comparire bandiere arcobaleno: non solo per strada, ma anche e soprattutto su internet dove i brand fanno a gara a chi promuove maggiormente le tematiche attuali di diversità e inclusione. C’è chi lo fa bene e con operazioni concrete, come Burger King: in questo articolo vi abbiamo già mostrato l’iniziativa che sta portando avanti per il mese di giugno, ovvero quella di devolvere 40 centesimi alla Human Rights Campaign (Hrc), la più importante associazione americana a supporto dei diritti Lgbt.
Dall’altra parte, il rischio è quello di scadere in comunicazioni banali solo perché “bisogna farlo”. E quindi ecco tutti pronti a colorare il proprio logo come un arcobaleno e a pubblicare post che inneggiano all’inclusione, ma che non fanno niente di concreto e che, in alcuni casi, trovano dall’altra parte dello schermo imprenditori poco illuminati. Rischio nel quale non è caduto McDonald’s.
PRIDE MONTH: COSA STA FACENDO MCDONALD’S
Da sempre innovatore sui canali digitali, come dimostrano anche le recenti campaign di TikTok, McDonald’s ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti nel mondo della comunicazione e nella celebrazione dei diritti LGBTQ+.
A inizio giugno e in occasione del Pride Month la big americana ha infatti lanciato una campaign ominchannel intitolata “Livin’ It”, un chiaro rimando al loro pay off, Lovin’ It, e alle tematiche di amore e inclusione in auge durante il Pride Month. La campaign, online per tutto giugno, includerà video ads programmati su YouTube e su diverse piattaforme americane.
Ma non è finita qua: la novità più interessante è la collaborazione con Revry, la più grande queer media company americana. Dalla loro partnership nasce un virtual party di un giorno intero chiamato House of Pride: performance musicali, interviste con esponenti della comunità LGBTQ+ e, udite udite, live tutorial sulla vogue dancing.
Insomma: una parata del pride in versione digitale che, purtroppo, solo i cittadini americani potranno godersi.
NON SOLO PRIDE MONTH
La scelta di McDonald’s non è casuale e si inserisce nell’impegno più ampio della company americana che, a inizio 2021, ha infatti annunciato la volontà di investire maggiormente nel diverse media, quindi in pubblicità e contenuti che hanno come protagonisti le comunità meno rappresentate. Prima del Pride Month, la catena aveva investito circa il 4% del suo budget totale in ads con tematiche inclusive: un numero che vuole aumentare fino al 10% entro il 2024.
Che dire se non… we are lovin’ it!