A soli sei mesi dall’apertura di Ambaradan al 20 di via Castelvetro a Milano, il format raddoppia, ma questa volta non è la pizza ma il pesce fresco a farla da protagonista. L’8 settembre ha inaugurato in via Losanna 36, a due passi dal Cimitero Monumentale di Milano, Ambaradan 2, tutto incentrato sul pesce fresco, dal pranzo, all’aperitivo, alla cena.
Ordinare alla carta non è possibile, dal momento che il format della proposta prevede una serie di antipasti (o tapas, per dirlo alla spagnola), abbinati nei vari menù: a pranzo un menù da 5 antipasti. Dalle 18 alle 20 si passa all’aperitivo con la stessa formula a 6 antipasti. Il focus di Ambaradan è dunque sulla cena con un menù da 15 antipasti abbinati alle birre artigianali BQ (cl 5 per ogni portata) oppure al vino (cl 3 per ogni portata), oppure con una carta di vini selezionata con prodotti di piccole aziende vitivinicole.
Protagonista assoluto del nuovo Ambaradan è il pesce in tutte le sue declinazioni: crudo e cotto, si passa dai classici antipasti di pesce all’italiana alla capasanta con pistacchi di Bronte, dal polpo croccante con ‘nduja su letto di crema di ceci, ai ricci di mare, dalla gallinella con pomodorino Corbara e olive taggiasche, all’impepata di cozze, dalle sarde a beccafico, all’astice alla catalana.
Ma parliamo ora della vera particolarità di Ambaradan 2: il conto. Ciascun menù ha un prezzo base: 14 € per le 5 portate del pranzo, 20 € per i 6 antipasti dell’aperitivo, 40 € per il menù a 10 antipasti della cena e 60 € per quello a 15 portate. Questa cifra varia a seconda dell’indice di gradimento che il cliente darà alla sua esperienza, scegliendo tra punteggio M (migliorabile), B (buono) o O (ottimo). Se il giudizio è M (migliorabile) al conto complessivo verrà applicato uno sconto del 10%. Se invece è O (ottimo) al conto verrà aggiunto il 10% e questo surplus sarà destinato interamente allo staff come gratificazione.
“Dare la possibilità al cliente di decidere quanto pagare è il nostro modo di dar voce alla meritocrazia nella ristorazione. Vogliamo essere pagati per quello che valiamo e vogliamo gratificare così il nostro personale, non solo verbalmente! – Esordisce provocatorio il proprietario Paolo Polli. – Se il cliente non si trova a suo agio il cliente ha la possibilità di pagare meno, al contrario se il servizio e la proposta risultano ottimi, lo staff guadagnerà degli extra: il merito lo assegna il cliente”.