Vocazione multietnica per Unicash, il cash&carry della società Uniontrade, specializzata nell’importazione e distribuzione di prodotti e materie prime per la ristorazione, i negozi e supermercati cosiddetti etnici.
Situato nel comune di Peschiera Borromeo, a pochi chilometri da Milano, Unicash è diventato nel corso degli anni un punto di riferimento per gli imprenditori del fuori casa del capoluogo lombardo e della sua provincia. Un rapporto sempre più solido con i clienti, confermato anche durante l’emergenza pandemica. Abbiamo intervistato Maurizio Brevi, Cash&Carry Director di Uniontrade.
In che modo avete affrontato il periodo più critico dell’emergenza pandemica?
“La chiusura dei ristoranti ci ha penalizzato, nonostante molti si siano dedicati al delivery, ma vorrei sottolineare che i clienti Horeca rappresentano circa il 50% del nostro target, mentre il restante 50% è costituito da negozi e supermercati etnici, che durante i vari lockdown sono rimasti aperti e questo ci ha garantito la continuazione dell’attività del cash&carry“.
Quali nuove esigenze e richieste da parte dei vostri clienti sono emerse nel periodo di riapertura dell’Horeca?
“Come Uniontrade abbiamo accorciato i tempi di consegna e dove siamo molto capillari consegniamo senza minimo d’ordine. Infatti, i ristoratori hanno sempre più la necessità di lavorare con fornitori flessibili, che gli permettano di non avere rimanenze di magazzino da un giorno all’altro“
Quali sono le caratteristiche del layout di Unicash?
“Abbiamo suddiviso il cash&carry differenziando l’offerta per la ristorazione, che è per categorie merceologiche, da quella per il retail, che, invece, è per aree geografiche e per prodotto“.
Quale il motivo di questa scelta?
“La ristorazione è più ‘semplice’ da servire, visto che per noi è rappresentata, in primis, dalla cucina giapponese, seguita da quella cinese, indiana, messicana, sudamericana e thailandese“.
“Diverso, invece, è il discorso legato al retail, ovvero i negozi e i piccoli supermercati, che è molto più frammentato, con realtà quali, per esempio, la comunità filippina, che non ha una ristorazione sviluppata nel nostro Paese, ma che è numerosa e ha necessità di acquistare i prodotti del Paese d’origine“.
Quante sono le referenze a scaffale?
“Circa 5.500, non solo prodotti etnici, che sono, ovviamente, prevalenti, ma anche prodotti italiani o, comunque, internazionali“.
Quali sono le categorie di prodotto più importanti e quali novità avete lanciato di recente?
“Con il boom del poke abbiamo sviluppato l’offerta di pesce fresco, che, insieme alle salse, sono i prodotti più performanti in questo momento.
Inoltre, due altre categorie che stanno crescendo rapidamente sono le alghe e i bubble tea, bevande a base di tè, tapioca, latte o panna e zucchero.
Vorrei poi citare il lancio di una linea di pasticceria artigianale monoporzione prodotta da Hiromi Cake, che mancava nel mercato, con ricettazioni tipiche del mondo giapponese.
Infine, abbiamo lanciato una linea a marchio nostro che comprende un’ampia gamma di spezie e legumi e stiamo sviluppando la linea Biyori, sempre private label, composta da un’ampia gamma di referenze ad hoc per la ristorazione giapponese“
Quali sono i criteri con cui selezionate i vostri fornitori?
“Abitualmente visitiamo i siti produttivi dei nostri fornitori, per controllare come lavorano, e richiediamo l’applicazione dell’Haccp. Inoltre, fino allo scoppio della pandemia visitavamo tutte le più importanti fiere dell’alimentare a livello mondiale. Questo ci permetteva di conoscere nuove realtà produttive in modo diretto“.
Dal punto di vista logistico come arrivano i prodotti sui vostri scaffali?
“Tramite la sede di Uniontrade, dove c’è il deposito in cui sono stoccate le merci. È a poco più di 300 metri da Unicash, per cui il nostro approvvigionamento è veramente molto rapido ed efficiente“.
Tra i vostri clienti avete anche qualche catena di ristorazione?
“Come Uniontrade riforniamo con il servizio di consegna diretta una serie di insegne della ristorazione organizzata come Jollibee, Temakinho, Burgez, Giappo, Nima e Cody. Per quanto riguarda Burgez, nell’ottica di dare un servizio in più, forniamo gli shopper e i contenitori per il delivery“.
Unicash consegna anche direttamente al punto vendita?
“Sì, è un servizio che dedichiamo ai nostri clienti e che è integrato con quello di Uniontrade. Consegniamo fresco, gelo e secco, italiano ed etnico, e siamo gli unici a farlo nel panorama dei cash&carry in Italia.
Per il trasporto utilizziamo i mezzi di Unilogistic, che è un’azienda che fa parte di Uniontrade“.
Quale percentuale ha il delivery sul fatturato di Unicash?
“Circa il 20% ed è in costante crescita“.
Quale tipo di assistenza fornite ai vostri clienti all’interno del cash&carry?
“Gli addetti di reparto sono formati a conoscere le caratteristiche dei diversi prodotti e, quando vengono in contatto con il cliente della ristorazione, sono preparati a fornire tutte le informazioni e i consigli del caso.
Per quanto riguarda gli operatori del retail abbiamo un approccio diverso: i clienti che decidono di aprire un negozio etnico ci chiedono, infatti, quali prodotti acquistare e come gestirlo. In questo caso, si tratta di una vera e propria consulenza legata all’avvio dell’attività“.
Avete in cantiere l’apertura di altri cash&carry?
“Al momento non è nei programmi. Il nostro obiettivo è sviluppare ulteriormente l’assortimento in modo da offrire ai clienti prodotti per tutte le loro esigenze“.