Come vincere una scommessa apparentemente non facile, ovvero conquistare il mercato italiano (e altri nove nel mondo, oltre a quello spagnolo) con una formula di ristorazione basata su piccoli panini farciti proposti in cento varianti e una selezione di specialità andaluse da gustare in un ambiente ispirato alle taverne di inizio ’900? E come riuscire a mantenere un ritmo sull’affiliazione? Ne parliamo con Andrea Cutispoto, Country Manager Italia di Gruppo Restalia, a cui è stata affidata la guida di 100 Montaditos in Italia.
Com’è nato e come si è sviluppato il format 100 Montaditos?
Tutto nasce da un’idea di José María Fernández Capitán, che inaugura nel 2000 il suo primo locale e nel 2004 fonda il Gruppo, di cui è tuttora proprietario e presidente del consiglio di amministrazione. L’imprenditore si fece ispirare da un chiosco aperto su una spiaggia di Islantilla (Huelva), sulla costa Andalusa, lanciando un concetto tanto rivoluzionario quanto semplice nella sua realizzazione e replicabilità. La catena, pur senza una grande struttura alle spalle, ha seguito uno sviluppo organico e naturale. In Italia è arrivata nel 2013 con il primo locale in Piazzale Ponte Milvio a Roma e oggi conta 55 punti vendita: praticamente uno al mese. Un risultato davvero notevole, se consideriamo che è stato raggiunto in soli cinque anni.
Quali location prediligete?
Al momento i 100 Montaditos sono equamente suddivisi tra high street e centri commerciali. Quanto al canale travel, l’apertura di un locale nella Stazione Centrale di Napoli non è casuale: contiamo di approfondire le potenzialità di sviluppo anche in questo ambito. Non dimentichiamo che il punto vendita all’Aeroporto di Madrid sta performando molto bene.
Quali sono le peculiarità del format?
In sintesi, tutto si può riassumere nella volontà di proporre un’esperienza fondata su alcune specialità della tradizione gastronomica spagnola. Il ristorante è specializzato in montaditos, bocconcini di pane di piccole dimensioni dalla ricetta brevettata, serviti sempre caldi e ripieni con un ricco assortimento di ingredienti, che dà al cliente l’opportunità di fare molti assaggi.
Quali scelte avete fatto per il layout?
Ogni locale mira a ricreare l’ambiente, molto confortevole, informale e friendly, e la decorazione delle taverne tradizionali di inizio ’900, conferendo all’insegna un’immagine inconfondibile. La scelta quindi è caduta su colori caldi, mentre tra i materiali dominano marmo e legno. Molti sono naturalmente i riferimenti all’Andalusia, richiamata per esempio dalle foto alle pareti.
A quale clientela si rivolge 100 Montaditos?
Il target è abbastanza eterogeneo: dipende molto dalla location. In generale, si tratta comunque di persone giovani, di età compresa tra i 18 e i 45 anni.
Un’altra peculiarità di 100 Montaditos e, in generale, di Restalia, è quella relativa al modello di sviluppo…
È vero: l’intera rete dei ristoranti è gestita in franchising, non esistono locali di proprietà in Italia. La strategia di sviluppo si è sempre fondata su questo modello, ritenuto il più efficace per arrivare abbastanza rapidamente ai volumi che oggi esprime 100 Montaditos. Nella selezione dei potenziali franchisee ci rivolgiamo a tre tipologie diverse: gli operatori che lavorano già nella ristorazione, gli imprenditori alla ricerca di una diversificazione del business e i privati che vogliano mettersi in gioco intraprendendo una nuova attività.
Come si diventa fornitori di 100 Montaditos?
Selezioniamo direttamente i fornitori, che devono rispettare tre valori imprescindibili: la qualità, che insieme al prezzo è un nostro punto di forza; la capacità di assecondare le nostre richieste e quindi essere molto flessibili; l’affidabilità, che fa il paio con la puntualità nelle forniture. Naturalmente, se possibile prediligiamo rapporti di medio-lunga durata. Quanto alla dimensione delle aziende, dipende molto dai prodotti: in ogni mercato siamo molto attenti ai consumi locali, per cui in Italia non possiamo non proporre specialità come la mozzarella, il pesto, la mortadella. Per merceologie particolari ci affidiamo a grandi realtà: Coca-Cola per i soft drink, Heineken per le birre. Va da sé che il vino sia principalmente di origine spagnola. Per quanto invece concerne la logistica, i fornitori arrivano al locale tramite Havi Logistics, una piattaforma logistica specializzata.
Come gestite la comunicazione per 100 Montaditos?
Puntiamo soprattutto sui canali online, anche in considerazione della nostra clientela, tendenzialmente giovane e quindi attenta agli stimoli che le arrivano dal mondo digital.
Quali sono le prossime tappe nel percorso di sviluppo dell’insegna?
L’obiettivo principale in Italia è quello di rafforzare la presenza in alcune città strategiche come Roma, Milano, Torino e Napoli, oltre a coprire regioni dove ancora non siamo presenti, rendendo sempre più capillare la nostra rete.