Efficienza e rapidità: la mission di Cattel, una delle più importanti realtà della distribuzione specializzata all’Horeca.
La storia dell’azienda ha preso il via nel 2001, con la scissione del ramo aziendale dedicato al Foodservice della F.lli Cattel, società che aveva iniziato la sua attività di commercializzazione di prodotti caseari nel 1931 a Fossalta di Piave (Ve). Dal 2001 la crescita è stata rapidissima e ha portato Cattel a espandersi in 26 province italiane tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna e a diventare un punto di riferimento per tutti gli operatori del canale Horeca. Per conoscere più approfonditamente questa realtà, Food Service ha intervistato l’Amministratore delegato Alberto Augustini.
Parliamo innanzitutto della situazione venutasi a creare a causa della pandemia: quali iniziative e interventi avete adottato per sostenere la vostra attività durante l’emergenza?
“Abbiamo cercato in tutti i modi di salvaguardare azienda, personale e rete vendita. È stato faticoso, soprattutto perché abbiamo operato senza alcun aiuto, ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo alternato giorni di cassa integrazione ad altri di lavoro, in modo da mantenere sempre aperta l’attività, anche se a basso regime. Abbiamo poi sfruttato il periodo per riorganizzarci ed elaborare strategie migliorative. Tra queste, lo sviluppo della digitalizzazione sia in ottica di servizio al cliente con l’App Eshop (ne parliamo più avanti, ndr), sia in termini di organizzazione interna tramite un nuovo CRM. Importante anche il rafforzamento della gamma di prodotti con le private label Scottona Braslavia e Valdora e, per le stesse private label, l’adozione della tecnologia IQF (Individually Quick Frozen) per il congelamento della carne. Grazie all’innovativa tecnica di surgelamento e al flowpack individuale del prodotto, il cliente ha potuto evitare sprechi in cucina scongelando solo il necessario e utilizzando, quindi, un prodotto che si presta a una cottura perfetta e uniforme”.
Quali cambiamenti avete attuato e state attuando per affrontare il mercato fuori casa, già tradizionalmente complesso e ora in trasformazione a seguito della pandemia?
“Abbiamo colto la grande potenzialità delle catene ristorative, decisamente meno sviluppate e diffuse in Italia rispetto ad altri paesi occidentali, in particolare con alcune insegne di franchising, cercando di sviluppare un rapporto solido con i franchisee. Abbiamo, quindi, stretto accordi con alcune catene di sushi e di poke. Abbiamo introdotto tutto il nostro catalogo e, in primis, il freschissimo pesce della private label Jesolpesca che garantisce una qualità di pescato eccellente e il totale controllo della filiera. Ma non solo: il punto di svolta che ha reso Cattel il fornitore favorito è stata la capacità di fornire alle catene un semilavorato dal peso standardizzato, perfettamente porzionabile e rispondente a tutte le stringenti norme igieniche di lavorazione, di conservazione e trasporto. Perché un importante plus che Cattel è stata in grado di ottimizzare negli scorsi mesi di chiusure e riaperture è stato l’ampliamento della proposta di semilavorato di carne e pesce, pronto per essere personalizzato dall’impronta dello chef o della catena. Un prodotto dall’alto contenuto di servizio che consente, non ultimo, di controllare il food cost e di ridurre al massimo gli sprechi e i tempi di preparazione in cucina. Abbiamo poi, sempre grazie alle potenzialità e alle garanzie di Jesolpesca, iniziato ad aprire il canale pescherie. Si tratta di negozi altamente specializzati, dalla forte connotazione rionale, che vivono sulla fidelizzazione del cliente e sull’alto valore del prodotto/servizio offerto. E noi rispondiamo perfettamente all’esigenza di questi retailer, sia in termini di qualità e freschezza del prodotto Jesolpesca sia per altri prodotti eventualmente distribuiti”.
Un punto di riferimento per il fuori casa
Qual è la stima del fatturato 2022?
“Circa 118 milioni di euro”.
Quali sono le zone geografiche in cui operate?
“Ci collochiamo tra primi i 5 player nazionali che operano nella distribuzione di prodotti alimentari nell’Horeca. Al momento siamo attivi nel Nord Italia: Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia-Romagna”.
Quanti sono i locali serviti?
“Abbiamo 6.000 clienti. Il business dell’azienda ruota intorno al mondo della ristorazione, che pesa circa il 70% sul giro d’affari, poi c’è l’hotellerie, un canale importante e in espansione che incide per circa il 13% sul fatturato, e ancora bar, pub e piccoli alimentari”.
Quante referenze avete in assortimento?
“Circa 7.000. Sono, in pratica, rappresentate tutte le macro-famiglie merceologiche, ciascuna coordinata da uno specifico category manager: pasta, riso, farina, pane; pesce; carne e salumi; gastronomia e piatti pronti; frutta, verdura, tartufi; oli, aceti, sale, salse, spezie; latticini, yogurt e uova; dolciario; bevande; drogheria chimica; attrezzature e accessori”.
Quali sono i punti di forza della vostra offerta e del vostro servizio?
“Siamo presenti, puntuali e competenti. Riusciamo a rifornire in AxA (ordini entro le 11.30 del mattino, consegna nel pomeriggio del giorno stesso) e in AxB (ordini entro le 16.30 del pomeriggio, consegna la mattina seguente), e forniamo prodotti già porzionati e pronti all’uso, freschi e surgelati (ad alto contenuto di servizio). Inoltre, abbiamo implementato un’App per gli ordini completa e pratica, disponiamo di agenti preparati e in grado di fornire consigli e consulenze specifiche, contiamo su un’eccellente logistica per la gestione dei prodotti a magazzino, che occupa un’area di circa 17mila metri quadrati, suddivisa in area alimentari a temperatura ambiente, area alimentari refrigerati, area alimentari surgelati, area lavorazione carne, disponiamo di ben 26 bocche per carico merce per soddisfare le richieste a pieno regime. Solo per dare dei riferimenti, siamo arrivati, in pre-pandemia, a 28 mila prelievi giornalieri di merce, con un costante viavai di camion. Siamo un meccanismo articolato e rodato, sia in termini di offerta che di servizio, e siamo in continua evoluzione per offrire sempre qualcosa in più”.
Parlando di servizio, come sono cambiate le richieste dei vostri clienti Horeca a seguito della crisi pandemica?
“Complice l’emergenza Covid, anche i clienti che preferivano ordinare alla presenza dell’agente si sono spinti verso l’utilizzo del web. Oggi la maggioranza degli ordini arriva tramite mail, sms, WhatsApp e tra poco incrementeremo con l’App. Diciamo che è aumentata la richiesta di prodotti per la pulizia e l’igienizzazione e di contenitori per il take away e la delivery”.
Com’è organizzata la vostra rete vendita e distributiva?
“Approcciamo il canale Horeca tramite 90 agenti coordinati da 7 area manager, a loro volta diretti dal Direttore commerciale. I clienti direzionali hanno la possibilità di rivolgersi direttamente in azienda per qualsiasi loro esigenza”.
Fate attività promozionale in accordo con le aziende di produzione? Se sì, quale?
“Sì, abbiamo sempre promozioni attive, che mediamente cambiano ogni 15 giorni. Organizziamo frequentemente nello spazio culinario ‘Incontriamoci in Cucina’, interno all’azienda, a Noventa di Piave, momenti di formazione in partnership con i nostri principali fornitori. In tali situazioni invitiamo la nostra rete vendita e creiamo dei contesti in cui vengono presentate le novità ed evidenziati i plus”.
Digitale e formazione, asset fondamentali
Quanto è importante il digitale nei vostri processi aziendali?
“La digitalizzazione oggi è imprescindibile dall’attività aziendale. Serve per gestire il magazzino così come per il CRM, per la gestione degli ordini e per qualsiasi procedura interna. È un processo avviato da tempo in Cattel. Un grande passo avanti si compirà anche grazie all’ausilio dell’App, da noi definita Eshop, a cui ho già accennato. Fino a ora il processo di acquisizione degli ordini è avvenuto attraverso un tablet a disposizione di ciascun agente contenente sia le informazioni commerciali relative al cliente che le informative di ciascun prodotto acquistabile: immagini, scheda tecnica, prezzi, promozioni… L’ordine inserito dall’agente, una volta concluso, viene inviato a un sistema centrale che lo elabora e lo trasferisce alla logistica. L’App Eshop consentirà ai clienti di inoltrare autonomamente gli ordini. Ciò avrà il doppio vantaggio di consentire al cliente di dedicarsi agli acquisti nel momento a lui più favorevole e all’agente di svincolarsi dalla raccolta dell’ordine per dedicarsi alla consulenza e all’ascolto del cliente”.
Quanto è importante e come si sviluppa la vostra attività di formazione?
“È fondamentale e, per questo, attuata con estrema cura. Formiamo personale interno, rete vendita, fornitori e ristoratori. Si tratta di un’attività costante e continua, importantissima per capire le potenzialità dei prodotti e per risolvere eventuali problemi. È uno scambio di esperienze, di punti di vista”.
Il problema del credito si è accentuato ancor di più con la pandemia: come lo state affrontando?
“Abbiamo gestito il periodo pandemico cercando di avere un giusto trade off tra la necessità di assicurare equilibrio finanziario aziendale e le difficoltà che la nostra clientela stava affrontando a causa della pandemia”.
Quali sono i trend di consumo nel fuori casa che avete notato in quest’ultimo periodo?
“Diciamo che la tendenza ancora una volta confermata è il primato della pizza, adorata dagli italiani. Sta poi prendendo piede sempre più anche il consumo del panino: non un panino qualsiasi, ma di qualità, con prodotti di livello e con abbinamenti di sapori sempre più vari e particolari. Inoltre, abbiamo riscontrato una grande crescita in tutto il segmento street food e nel consumo di piatti combinati tipo poke e sushi. Quello del fuori casa è un mondo in movimento, sempre più eterogeneo e influenzato dalle cucine etniche”.