Settantadue anni di vita. Nata con 16 soci fondatori, oggi CAMST ha oltre 10mila dipendenti e un fatturato di 508 milioni di euro (dati 2016). La sua crescita nel corso dei decenni è stata prorompente. Stiamo parlando, infatti, di una società che è leader nella ristorazione collettiva ed è una delle realtà più importanti della ristorazione commerciale moderna. Alla base del suo successo ci sono alcuni fattori fondamentali: qualità dell’offerta e dei servizi, capacità di rispondere alle esigenze dei moderni consumatori, valorizzazione delle risorse umane. Da Bologna, città d’origine, CAMST, attraverso i suoi servizi di ristorazione alle comunità (scuole, mense aziendali, ecc.) e i suoi locali, si è diffusa in tutta Italia e, di recente, è approdata anche all’estero. Una crescita che ha radici nel passato ma è proiettata verso il futuro. Con quali obiettivi? L’abbiamo chiesto a chi oggi guida la società: Antonella Pasquariello e Antonio Giovanetti.
Antonella Pasquariello, Presidente di CAMST dal 2013, sottolinea uno dei fattori alla base del successo della cooperativa di ristorazione emiliana. Che, fin dalla sua fondazione, nel 1945, ha puntato su un “valore” fondamentale: mettere le persone al centro del business. A lei abbiamo chiesto quali sono i principi che caratterizzano la filosofia dell’azienda emiliana, che rappresenta una vera e propria case history nel mondo della ristorazione collettiva e commerciale.
Quando è iniziata la sua esperienza in CAMST e cosa significa per lei essere presidente di una importante e storica realtà della ristorazione?
Ho iniziato la mia esperienza in Camst nel 1981 e nel corso degli anni ho ricoperto varie mansioni, rafforzando il mio legame con questa realtà. Far parte di CAMST significa condividere alcuni valori fondamentali: l’attenzione per le persone che ci lavorano, che da sempre è un punto fondamentale per CAMST, e l’attenzione per le esigenze dei clienti, che è la nostra mission. Vorrei sottolineare che CAMST è una realtà nata nel 1945 e per molti anni è stata legata al tessuto sociale della città di origine, Bologna, ma oggi è ormai presente in tutta la Penisola e promuove la qualità del Made in Italy.
Qual è stata la mission d’origine della società?
Rispondere alle esigenze del cliente è sempre stato il nostro obiettivo. Nel 1945 i clienti erano coloro che arrivavano alla stazione ferroviaria di Bologna, distrutta dai bombardamenti e con un solo binario in funzione, che avevano bisogno di un pasto dignitoso; oggi, sono i consumatori del terzo millennio, che hanno esigenze sempre più variegate e molto più complesse, sia in termini di offerta che di servizi. CAMST risponde a queste richieste con qualità, puntualità ed efficienza.
Negli anni CAMST è diventata leader nella ristorazione collettiva…
La diversificazione del business ci ha sempre consentito di affrontare due settori come quelli della ristorazione commerciale e della ristorazione collettiva. Non abbiamo però dimenticato la nostra origine e il lancio, nel 2015, dell’insegna “Dal 1945 Gustavo Italiano”, che prende il nome dal primo presidente di CAMST Gustavo Trombetti, dimostra il nostro impegno nella ristorazione commerciale.
Quanto è difficile per una donna ricoprire un ruolo strategico quale la presidenza di CAMST?
Sono la prima presidente donna della cooperativa, ma sottolineo che l’86% di persone che lavora in azienda è rappresentato da donne. Quindi, CAMST conferma i suoi principi di responsabilità sociale.
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