A ogni Beach Club il suo distributore

Consegne frequenti, anche tre-quattro volte la settimana. È questo l’aspetto dominante dell’attività dei grossisti food&beverage che hanno come clienti i bar e i chioschi degli stabilimenti balneari
A ogni Beach Club il suo distributore

Arriva la stagione estiva e si apre a pieno ritmo l’attività degli stabilimenti balneari, che hanno nella parte food&beverage, ovvero i bar, i chioschi e, spesso, i ristoranti collegati all’attività di gestione della spiaggia, una ‘voce’ importante dei ricavi. Ma come avvengono gli approvvigionamenti, quali sono le dinamiche?

Food Service lo ha chiesto ad alcune società di distribuzione che operano nelle località turistiche di mare. “Rispetto ai pubblici esercizi tradizionali, la frequenza della consegna della merce agli stabilimenti balneari è maggiore – conferma Sandro Lazzarini, titolare di Eurodrink, società che opera a Jesolo e nel litorale del cavallino, sulla costa veneziana –. Serviamo circa 25 chioschi, mediamente di non più di 20 metri quadrati di superficie, che hanno come richiesta principale la consegna dei prodotti da 3 a 6 volte la settimana. Il motivo? Non hanno magazzini, per cui la rotazione della merce è molto rapida”.

Anche per la società Bruna Enrico, la cui attività si sviluppa tra le province di Savona e Imperia, le dinamiche di acquisto della maggior parte degli stabilimenti balneari sono simili a quelle di Eurodrink, ma con alcune eccezioni: “I nostri clienti, circa una cinquantina, di piccole e medie dimensioni, si dividono in due categorie – dichiara Mario Bruna, al timone dell’azienda –: quelli che, avendo magazzini ampi, acquistano grandi quantità di bevande all’inizio della stagione e non hanno più necessità di chiamarci; quelli che vogliono una consegna frequente, quasi ogni giorno, quindi, con piccole quantità richieste e una bassa battuta di cassa”.

La conferma di questo modus operandi degli stabilimenti balneari ci arriva anche da Costabile Russo, Responsabile acquisti della società Fabbrocino Michele, che opera da Capo Palinuro fino alla Costiera Amalfitana: “La nostra azienda è focalizzata prevalentemente sul beverage, ma siamo anche concessionari Algida, per cui l’offerta comprende anche gelati e prodotti surgelati. Per entrambe queste tipologie la richiesta degli stabilimenti balneari, che nella stagione estiva rappresentano circa il 60% del nostro giro d’affari, è di avere le consegne della merce 3-4 giorni alla settimana, in modo da non fare magazzino. È importante sottolineare che in Cilento e sulla Costiera Amalfitana le dimensioni degli stabilimenti balneari sono medio-grandi e circa il 65% di questi è attrezzato con la cucina. Quindi svolge, parallelamente, somministrazione di bevande e attività di ristorazione. Per noi questa peculiarità costituisce una grande opportunità di business”.

Per Blubai, che svolge l’attività dalla zona di Ferrara fino alle alte Marche, grazie anche alla consociata Errebi, toccando le principali mete della costiera romagnola, con 750 stabilimenti balneari serviti, la frequenza della consegna non si discosta da quella delle altre realtà che operano in Italia: “Generalmente gli stabilimenti balneari sono dotati di piccoli magazzini – spiega Daniela Boschetti, Direttore commerciale della società –, per cui abitualmente la consegna avviene in due giorni stabiliti, ovvero il lunedì e il giovedì, in particolare la mattina presto”.

Una voce fuori dal coro è quella di Maurizio Battistini, Responsabile amministrativo Elba Bevande, società di distribuzione che opera sull’isola toscana: “Abbiamo abituato bene i nostri clienti, per cui sia i pubblici esercizi tradizionali che gli stabilimenti balneari, circa una sessantina, di piccole dimensioni, ci richiedono la consegna 4-5 volte la settimana. Per noi la frequenza, quindi, è identica per entrambe le tipologie di clientela, e la rapidità della consegna rimane il fattore fondamentale per tutto il mondo del fuori casa, stabilimenti balneari compresi”.

CRESCE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI

L’emergenza pandemica ha influenzato anche le richieste degli stabilimenti balneari in tema di beverage e food. “Quello che ho notato – sottolinea Lazzarini – è la domanda di prodotti a maggior valore, che si devono differenziare nettamente dalle offerte, per esempio, della Grande Distribuzione. A livello merceologico, acqua minerale, soft drink e birre sono i prodotti più richiesti. In particolare, per le birre la tendenza è di ampliare la proposta, con referenze sempre più di qualità, nell’ottica, come dicevo prima, di un prodotto di valore più elevato”.

Per Costabile Russo, il trend nella zona del Cilento e della Costiera Amalfitana è chiaro: “Sta crescendo notevolmente la richiesta del beverage alcolico, in particolare vini fermi e bollicine, ma anche gli spirits per la preparazione dei cocktail. E la qualità dei prodotti è diventata un fattore decisivo”.

Sulla crescita delle bollicine è d’accordo Battistini: “È il trend più evidente anche sull’Isola d’Elba. Ma, in generale, è il beverage alcolico che sta crescendo e, come avviene nei locali tradizionali, anche nei bar degli stabilimenti balneari la qualità dell’offerta è cresciuta, così come i prezzi al consumo”.
In termini di trend d’acquisto dei prodotti, Boschetti sottolinea, sulla falsariga di quanto affermato da Lazzarini, che “c’è molta attenzione ai prodotti a maggior valore, in particolare nell’ambito degli spirits, che si differenzino dagli assortimenti dei supermercati. Acqua minerale e bibite sono le tipologie di bevande più richieste. Inoltre, negli ultimi tempi, anche da parte degli operatori degli stabilimenti balneari si richiedono prodotti con packaging ecosostenibili. Aggiungo, infine, che come Blubai forniamo degli impianti di spillatura della birra altamente tecnologici, che permettono ai fusti una durata fino a 30 giorni. Per gli operatori degli stabilimenti balneari questo è indubbiamente un grande vantaggio”.

PREVISIONI OTTIMISTICHE PER LA STAGIONE ESTIVA

Ma come sarà la prossima stagione estiva nelle località di mare secondo i distributori? “Vorrei prima sottolineare che gli stabilimenti balneari sono quelli che hanno risentito meno delle conseguenze dell’emergenza pandemica – sottolinea Bruna –. A parte i mesi estivi del 2020, dove il distanziamento sociale ha penalizzato il numero di ombrelloni e sdraio posizionali sulle spiagge, quindi, con una minore presenza dei turisti, per il resto gli stabilimenti balneari nostri clienti non hanno visto calare le consumazioni al bar. Per l’estate 2022, se analizziamo la situazione alla Pasqua scorsa, dove c’è stato il tutto esaurito, sarà una stagione da record”.

La pensa allo stesso modo Lazzarini, che sottolinea come “i segnali siano molto positivi, per cui ritengo che bisogna essere ottimisti per la prossima estate”, mentre Russo afferma che “nel 2019 il Cilento registrò un boom del turismo, a cui sono seguiti due anni, il 2020 e il 2021, di calo di presenze per i motivi che tutti sappiamo. Ma la prossima stagione estiva ritengo sarà bollente, sia come calura che come presenze turistiche”.

Altrettanto ottimista è Daniela Boschetti, che per la Riviera tra la Romagna e le Marche vede “un’estate di grabde fermento. Già il 2021 è stata una stagione molto positiva, grazie alla presenza dei turisti italiani. Noto da parte di tutti una voglia di tornare alla normalità e a divertirsi”.

Chiudiamo con Battistini di Elba Bevande: “Non so se sarà come l’estate del 2021, che per l’Isola d’Elba è stata molto positiva. I segnali vanno in quella direzione, ma è ancora presto per fare previsioni sicure”.

© Riproduzione riservata