Ci speravano tutti che le piogge degli scorsi giorni avrebbero dato un po’ di sollievo alle coltivazioni colpite dalla siccità. Invece, trombe d’aria, nubifragi, grandinate, tempeste di vento e precipitazioni violente hanno solo causato milioni di euro di danni.
Queste manifestazioni improvvise e violente non cambiano lo stato di sofferenza idrica del territorio come dimostra il livello idrometrico del fiume Po che è sceso a 3,7 metri al Ponte della Becca, situato in provincia di Pavia sulla confluenza tra i fiumi Ticino e Po. Le criticità sono presenti sull’intera Penisola a partire dalla Pianura Padana dove per la mancanza di acqua, secondo l’Osservatorio Coldiretti, è in pericolo oltre il 30% della produzione agricola nazionale.
La situazione di carenza idrica riguarda anche i grandi laghi del Nord con il Maggiore che ha appena il 15% di riempimento dell’invaso. In quello di Como va ancora peggio con appena il 2,4% mentre il Garda è pieno per poco meno di un terzo (30%).
LA SICCITÀ METTE IN CRISI LA PRODUZIONE DELLA BIRRA
Secondo i dati del Consorzio Birra Italiana la siccità ha tagliato del 20% il raccolto di orzo per la produzione del malto da birra sui trentamila ettari coltivati a livello nazionale.
“Il raccolto di orzo distico per la produzione di malto – denuncia il Consorzio della Birra Italiana – è a rischio. Questo nonostante lo sforzo per aumentare l’areale coltivato e l’ingente investimento per la costruzione di una nuova malteria a Loreo, nel Polesine. Anche la siccità sta presentando il conto con una perdita di acqua piovana dell’89%, ovvero circa 270 miliardi di metri cubi l’anno”.
Il caldo anomalo alternato a eventi estremi ha provocato il fenomeno della “stretta” che ha impedito il completo sviluppo dell’orzo riducendo le rese che, invece, in periodi normali possono arrivare a 55 quintali per ettaro.
Per contrastare i danni dovuti alla tropicalizzazione del clima, è necessario raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi. Per questo servono interventi di risparmio, recupero e riciclaggio con opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi, creando bacini e utilizzando le ex cave.
NON SOLO SICCITÀ, L’INDUSTRIA BRASSICOLA HA BISOGNO D’AIUTO
“Con l’aumento dei costi di produzione della birra del 30% a causa del caro energia e dei prezzi delle materie prime – precisa Teo Musso, presidente del Consorzio Birra Italiana – date le problematiche legate alla crisi ucraina e il riscaldamento globale, è necessario un intervento a sostegno della filiera”.
Per sostenere i piccoli produttori, secondo il Consorzio, bisogna stabilizzare il taglio delle accise. “Qualora la riduzione delle accise non fosse prorogata – conclude Musso – si metterà a rischio un’intera filiera di alta qualità del made in Italy con effetti sulla produzione, i posti di lavoro e i consumi finali”.