Energia alle stelle, avanza la soluzione credito d’imposta

Il ministro Garavaglia auspica l'adozione della misura “in un prossimo Cdm”, ma fonti interne al governo fanno sapere che non ci sono i tempi tecnici per decidere in settimana. Fipe avverte: “Il sistema ora non è più sostenibile”
Energia alle stelle, avanza la soluzione credito d’imposta

Credo sia estremamente urgente un intervento per attenuare l’impatto dell’aumento dei costi energetici sui bilanci degli operatori del turismo. Mi auguro che una decisione in tal senso possa arrivare in un prossimo consiglio dei ministri”. A parlare, la scorsa settimana a margine di un incontro che si è tenuto a Rieti, è stato il ministro del Turismo dell’attuale governo Draghi, Massimo Garavaglia, la cui posizione accoglie le richieste degli operatori nell’ambito non solo alberghiero e termale, ma anche della ristorazione.

LA RICHIESTA DEL MINISTRO

In attesa delle elezioni del 25 settembre, il governo Draghi resta in carica per la gestione dell’ordinaria amministrazione e delle emergenze, ambito a cui appartiene la questione dell’impennata delle bollette della luce e del gas. Per questo, il titolare del dicastero del Turismo ha anticipato a Rieti la proposta operativa che intende portare avanti nel prossimo Consiglio dei ministri.

Voglio proporre – ha affermato Garavaglia – una soluzione che prevede per le imprese turistiche-termali e della ristorazione un credito imposta sull’incremento dei costi energia. Incremento da calcolare nel periodo settembre 2021\settembre 2022”.

Il ministro ha quindi avanzato un’ipotesi pratica: “Il credito di imposta si potrebbe utilizzare per la decontribuzione personale ottobre 2022 – marzo 2023. In questo modo ne beneficeranno gli impianti turistico ricettivo che rimangono aperti: montagna-terme-città d’arte”.

LA RISPOSTA DI FIPE

L’associazione dei pubblici esercizi ha subito approvato, con una nota, la posizione del titolare del dicastero del Turismo. “Le preoccupazioni del ministro Garavaglia sul rischio che corre la prossima stagione turistica per effetto degli aumenti esorbitanti della bolletta energetica sono anche le nostre” si legge nel documento di Fipe. “La richiesta del ministro di un provvedimento urgente a favore delle imprese della ristorazione per attenuare gli effetti degli aumenti non solo va nella direzione da noi auspicata ma è la conferma che il settore è fondamentale per il buon andamento del turismo del Paese”.

In precedenza, Fipe aveva chiesto all’esecutivo l’adozione di misure urgenti per estendere e rafforzare il credito di imposta contro le bollette monstre. “Senza un intervento immediato che faccia da argine all’incremento esponenziale dei costi delle bollette per luce e gas – aveva avvisato l’associazione – presto i consumatori si troveranno a fare i conti anche con l’impennata dei listini in bar e ristoranti. Fino a questo momento le imprese della ristorazione italiana si sono rivelate le più virtuose d’Europa, ammortizzando questi extra costi senza scaricarli sulla clientela, ma il sistema ora non è più sostenibile”.

URGENZA E CAMPAGNA ELETTORALE

Intanto l’emergenza rincari è entrata a pieno titolo nella campagna elettorale in corso e le forze politiche stanno facendo pressing sul governo per l’adozione di misure urgenti. Tuttavia, secondo quanto sta emergendo in queste ore, lo sblocco potrebbe non essere così immediato.

L’agenzia Adnkronos, citando fonti di governo, riportava domenica 28 settembre che “i tempi sono prematuri per un intervento già settimana prossima” come chiesto a gran voce sia dalle forze politiche sia dalle associazioni di categoria.
La stessa fonte conferma che domani, martedì 30 agosto, si terrà una riunione per fare il punto, ma avverte: “Non ci sono i tempi tecnici per far di conto”, spiegando che prima di ogni intervento occorre capire a quanto ammonta il gettito fiscale di agosto e che soltanto di fronte a un extra gettito ingente si potranno finanziare sia le misure di sostegno in scadenza – tra le quali spicca il taglio delle accise sui carburanti, che andrà in scadenza il 20 settembre – sia quelle aggiuntive come il credito d’imposta alle aziende per arginare l’aumento delle bollette, oltre ad altri interventi mirati alle famiglie.
L’alternativa consisterebbe nello scostamento di bilancio, che per Palazzo Chigi è un’ipotesi non contemplata.

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