A Cortina D’Ampezzo arriva un big dell’alta ristorazione. Si tratta di Alajmo.
L’apertura di Alajmo Cortina è prevista per dicembre. La location è di assoluto prestigio: parliamo del locale di via Ronco 123, lo stesso che ospitava il ristorante El Toulà, divenuto un brand internazionale partendo dalla Regina delle Dolomiti (dove aprì nel 1964) per poi arrivare, negli anni migliori, a gestire 23 sedi in tutto il mondo. Ora i tre piani dell’immobile di Ronco saranno gestiti dalla famiglia Alajmo con un’offerta distinta di ristorazione e bar per aperitivi e after dinner.
OTTIMIZZAZIONE REGIONALE
L’arrivo del gruppo guidato dai fratelli Max (Massimiliano, il più giovane chef della storia a conquistare le tre stelle Michelin con Le Calandre) e Raf (Raffaele) Alajmo “sconvolge” in parte gli equilibri della conca ampezzana, rimasta finora al riparo dalle mire dei gruppi più consolidati e strutturati della ristorazione fine dining. Del resto, l’appuntamento del 2026 con le Olimpiadi invernali non è così lontano e l’importanza dell’evento, unita alla capacità di attrazione della “Regina delle Dolomiti”, lascia pensare che non si tratterà dell’ultimo ingresso eccellente.
Che ne pensa Raf Alajmo, Ceo e maître des lieux del gruppo? “È già successo dopo il nostro arrivo a Venezia nel 2011. Perché no? Potrebbe succedere anche a Cortina” replica Raf. E alla domanda sull’apertura di Cortina come soluzione per ottimizzare la gestione del personale, avendo in gestione durante la stagione estiva una location come Isola della Certosa a Venezia, Alajmo risponde che: “Non è una considerazione corretta in quanto Cortina ha doppia stagionalità, invernale ed estiva, quindi non c’è questa versatilità. L’ottimizzazione del personale va vista a livello regionale in quanto, in caso di necessità, possiamo disporre di staff in qualsiasi settore nel raggio di poco più due ore”.
LOCALE N 14
Attualmente il gruppo Alajmo dispone di 13 locali, 11 dei quali all’interno dei confini veneti. Ai tre della sede centrale di Rubano (Padova) ovvero Le Calandre, Il Calandrino e lo store In.Gredienti si aggiungono i cinque di Venezia (Gran Caffè Quadri, Ristorante Quadri, Quadrino, Hostaria in Certosa e Amo presso T Fondaco dei Tedeschi) e i tre aperti durante la pandemia nel quartier generale di H Farm (Le Cementine, Amore Al4 Pizza).
All’estero, invece, il gruppo è presente sulle piazze di Parigi con Caffè Stern e di Marrakech con Sesamo all’interno dell’hotel di lusso Royal Mansour. Con Cortina si sale a quota 14 e poi si vedrà… “A breve non abbiamo nulla in dirittura d’arrivo. Speriamo di avere novità nel medio/lungo termine” aggiunge Raf. Intanto i conti tornano a crescere dopo la pausa del biennio pandemico. “Quest’anno – aggiunge il Ceo – il nostro gruppo consoliderà un fatturato di circa 18 milioni con una crescita del 20% rispetto al 2019, il nostro anno di riferimento in quanto 2020 e 2021 non sono da considerare per ovvi motivi”.
A CORTINA
Per Alajmo si tratta di un ritorno a Cortina e non di un debutto assoluto. Già nell’inverno 2020-21 era stato aperto un temporary restaurant, Hostaria in Cortina, all’interno dell’Hotel Ancora di Renzo Rosso in Corso Italia, operazione ideata in risposta alla crisi causata dalla pandemia di Covid 19. Ora però l’ingresso avviene in maniera continuativa e diretta. In cucina opererà come resident chef Mattia Barni, da otto anni nel gruppo e già operativo dapprima al Ristorante Quadri, poi per tre anni a fianco di Max a Le Calandre, successivamente da Sesamo a Marrakech e infine responsabile di cucina da Amo a Venezia.
“In punta dei piedi, con doveroso rispetto e con forte entusiasmo cercheremo di interpretare con eleganza e convivialità lo spirito originario di un luogo che ha testimoniato nel tempo la grande sensibilità di Alfredo Beltrame, fondatore dei ristoranti El Toulà. Ogni nostra intenzione mirerà a scaldare i cuori, consapevoli che il territorio e l’atmosfera ci saranno alleati”, ha commentato in una nota Max Alajmo.