In quest’ottica si inserisce la tre giorni a Madrid promossa dal magazine Food Service e da Appetite For Disruption (primo Think Tank italiano nel mondo della ristorazione commerciale) insieme a Marcas De Restauración e QSR Consultant.
Il business trip ha visto protagonisti a inizio ottobre primari player italiani del food service, tra cui Deliveristo, Pescaria, Löwengrube, Gioia Group (basket company che racchiude i brand Cioccolatitaliani, Bun Burger e Fra Diavolo), La Romana e La Filetteria Italiana, oltre a UBRI che rappresenta circa 70 insegne.
Sul fronte locale, le società multibrand Tastia Group e Foodbox, Urban Poke, Cuyna (il principale operatore di dark kitchen in Spagna), Goiko con i suoi oltre 100 ristoranti di cui 3 (presto 5) in Francia e Remy Robotics. Tra le tappe in visita, anche il centro commerciale Alcor Plaza.
ANALOGIE E DIFFERENZE COL MERCATO ITALIANO
La Spagna è un mercato caratterizzato da forti specificità per quanto concerne la ristorazione, a cominciare dagli orari di apertura: in alcune zone si fa fatica a trovare un ristorante aperto prima delle 13.30 o delle 14.00 per il pranzo.
Culturalmente, inoltre, gli spagnoli escono molto, per cui quello iberico è uno dei Paesi europei con la più alta spesa pro capite relativamente al consumo fuori casa. Ma le somiglianze con la realtà italiana non mancano, così come non manca l’amore degli spagnoli per il food e per il fashion made in Italy, “che continuano a essere sinonimo di sicurezza e qualità – ha commentato a Food Service Adriana Bonezzi, segretario generale di Marcas De Restauración – Tuttavia, per un operatore straniero non è affatto semplice aprire in Spagna in quanto, come l’Italia, è suddivisa in regioni che talvolta mostrano notevoli differenze in termini burocratici e fiscali. Ci sono regioni come quella di Madrid particolarmente aperte nei confronti degli imprenditori e delle aziende che vogliono sviluppare, dove vige una normativa che consente ai retailer di tenere aperti tutti i giorni, inclusi la domenica e i festivi, senza limiti di orari”.
LA RIPRESA E’ BUONA. PESANO INFLAZIONE E ENERGIA
L’estate 2022 ha segnato, per il segmento della ristorazione, il ritorno sui valori di fatturato ante Covid, nonostante i flussi scontino un ritardo di qualche punto percentuale.
“Se non fosse per i fattori che stanno influenzando il settore e per il grande livello di incertezza, le proiezioni indicavano il 2023 come l’anno del ritorno ai livelli pre-crisi”, ha dichiarato Thierry Rousset, Managing Director & Senior Consultant, QSR Consultant. Nel dettaglio delle criticità congiunturali che gli operatori sono chiamati a fronteggiare, “l’inflazione sta colpendo duramente in Spagna e non si prevede un rallentamento a breve. I prezzi dei generi alimentari e dell’energia sono aumentati moltissimo e anche i grandi marchi hanno dovuto trasferire parte di queste variazioni sui loro prezzi di vendita. Novembre sarà un mese molto critico – ha sottolineato il manager – ma è estremamente difficile prevedere con certezza che cosa accadrà. Ciò che abbiamo visto accadere durante la crisi del 2008 è che i ristoranti di tipo QSR (quick service restaurant) resistono meglio nei momenti difficili”.