“Eccellenza imprenditoriale e capacità di reagire con successo ai delicati e continui cambi di contesto”. Con questa motivazione, Intesa Sanpaolo ha premiato l’insegna di ristorazione Cocciuto all’interno del programma Imprese Vincenti, istituito con l’obiettivo di valorizzare le piccole e medie imprese italiane che si distinguono per l’impegno nel portare avanti i loro progetti imprenditoriali.
Tra le oltre 4 mila realtà che si sono auto candidate, da cui è uscita una prima selezione di 140 progetti, Cocciuto – quattro location a Milano e una quinta in apertura – si è conquistata un posto nella top 10 per l’impegno costante a garantire ai clienti una restaurant experience in cui gusto, alta qualità ed estetica si combinano a un approccio etico e sostenibile, oltre che inclusivo.
DAI FORNI ELETTRICI AL PLASTIC FREE
Paolo Piacentini, co-founder dell’insegna insieme a Michela Reginato, racconta a FoodService: “Questo riconoscimento ci riempie di orgoglio perché premia un percorso di attenzione ai temi della sostenibilità che Cocciuto ha intrapreso già nel 2018, quando non era di moda parlarne e in pochi avevano questo genere di sensibilità. All’epoca ci siamo fatti carico di un grosso investimento per sostituire i forni a legna con quelli elettrici e abbiamo anche iniziato a rifornirci di energia verde certificata dalla Svizzera. Per poi abbracciare la svolta plastic–free, garantendo sempre al cliente gli stessi risultati in termini di gusto e piacevolezza del prodotto”.
CARTONI DELLA PIZZA RICICLABILI
Il peso che l’attenzione alla sostenibilità riveste nelle strategie aziendali è valore fondante per Cocciuto, ma spesso è complicato trasferire al cliente questo impegno senza cadere nell’autocelebrazione.
“Preferiamo parlare di risultati concreti e riconoscimenti, come sta accadendo per il premio di Intesa San Paolo”, aggiunge Piacentini. Che ricorda comunque con orgoglio alcune iniziative immeritatamente non salite agli onori della cronaca: “Con Carlsberg abbiamo sviluppato il lancio mondiale del primo cartone per pizza che può essere interamente riciclato nell’umido, perché è realizzato con i cereali di scarto della birra. Un progetto pilota al momento in stand by perché per essere replicato ad ampio raggio avrebbe bisogno di generare volumi ed economie di scala sufficienti a renderlo sostenibile, ma comunque rivoluzionario”.
COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER, DIPENDENTI E CONSUMATORI
Come fare, dunque, a rendere sempre più consumatori e stakeholder delle comunità di riferimento sensibili al tema? Piacentini ha in mente una ricetta chiara: “Innanzitutto, lavoriamo sulla comunicazione interna e sul personale, che per il 70% è formato da giovani, rappresentanti della generazione Millennials. E poi credo si debba superare, con pazienza e costanza, l’approccio “goccia nel mare”, ovvero quell’idea che in fondo un piccolo contributo del singolo non possa davvero fare la differenza. Tutto conta. Rimane poi, sullo sfondo, anche una certa diffidenza sul fatto che la svolta green finirà con il riversarsi sui consumatori: noi non abbiamo mai aumentato i prezzi, per tenere fede al patto di fiducia siglato con chi ci sceglie. Ma visto che il nostro pianeta ha bisogno di una carezza, vogliamo fargliela in modo sempre più condiviso e compartecipato”.