Ridurre la plastica nell’ambiente è uno degli obiettivi principali a livello internazionale in tema di sostenibilità dell’ambiente. Anche la ristorazione fa la sua parte. Com’è il caso della catena di ristoranti Kentucky Fried Chicken, che in Italia, dallo scorso mese di ottobre, non distribuisce più le cannucce in plastica, che, inoltre, non vengono messe a libero servizio dei clienti. Questi ultimi possono richiederle, ma vengono invitati a non utilizzarle per limitarne il consumo.
Dopo quattro mesi dall’avvio di questa iniziativa, i risultati sono positivi: all’interno dei ristoranti KFC si consuma il 50% in meno di cannucce in plastica usa e getta.
Nuovi traguardi ecosostenibili
KFC ha anche annunciato che a livello globale, entro il 2025, impiegherà solo packaging riutilizzabile o riciclabile e lavorerà per eliminare completamente gli oggetti in plastica usa e getta dai suoi ristoranti. «Come brand multinazionale che opera in più di 135 Paesi e con più di 22mila ristoranti, KFC può avere un impatto significativo sull’intero comparto per quanto riguarda l’approccio alla gestione dei rifiuti e del packaging – dichiara Tony Lowings, Chief Executive Officer di KFC –. La sostenibilità ambientale è un aspetto centrale del nostro business. L’impegno che comunichiamo oggi mostra che affrontiamo concretamente questa tematica così rilevante».
In Italia, come detto, la catena di ristorazione specializzata nel pollo fritto, ha già ottenuto, ottimi risultati, come conferma Corrado Cagnola, Amministratore Delegato di KFC Italia: «Siamo orgogliosi di poter dire che con i nostri 31 ristoranti stiamo già dando un contributo concreto e misurabile per la riduzione del consumo di plastica usa e getta, a cominciare dalle cannucce per le bibite. Un risultato che si realizza grazie al contributo e al lavoro dei nostri franchisee e di tutte le persone che operano nei ristoranti KFC. È a loro che spetta il compito non facile di informare i clienti e invitarli a compiere un gesto piccolo ma importante per ridurre l’impatto ambientale dei nostri comportamenti quotidiani».