Fuoricasa, il digitale cresce, ma lentamente

In base a una recente indagine condotta da Glovo, solo il 28,7% del fuoricasa italiano ha digitalizzato i processi aziendali durante l’emergenza sanitaria
Fuoricasa, il digitale cresce, ma lentamente

Il comparto del food e retail italiano ha intrapreso la strada della digitalizzazione e della sostenibilità, sebbene siano ancora una minoranza le imprese che hanno messo in pratica questi asset strategici. Lo dimostra una recente indagine di Glovo, la più grande app di consegne a domicilio multi-categoria in Italia, insieme alla società di ricerca IZI.

La survey ha analizzato il grado di digitalizzazione delle PMI italiane che operano nel settore food dopo la pandemia.

LE DIFFICOLTA’

Dall’indagine sono emersi i problemi che le piccole e medie imprese del food e del retail devono affrontare. In particolare, la diminuzione della domanda causata dall’inflazione, che ha fatto crescere i costi dell’energia e di molte delle materie prime indispensabili nella food chain (49,2% degli intervistati), e gli ostacoli burocratici posti al settore (35,6%).

Tra gli elementi problematici vengono riconosciute anche alcune questioni attinenti alla strategia d’impresa: la carenza di personale competente (27,7%), la difficoltà nel raggiungere nuovi clienti (18,8%) e la differenziazione dei prodotti per ottenere quote maggiori di mercato (18,5%).

LE STRATEGIE

Per affrontare un mercato sempre più competitivo, con i problemi elencati sopra, le PMI del food e retail hanno messo in atto varie strategie: il 28,7% ha digitalizzato i processi aziendali durante l’emergenza sanitaria, il 26,5% ha aumentato e aumenterà le spese per il marketing, il 25,1% punta sulla sostenibilità come leva di crescita per il futuro. Come si può notare, le percentuali corrispondono a una minoranza di imprese che hanno una visione imprenditoriale digitale e moderna.

Da sottolineare, inoltre, che gli investimenti previsti nel lungo periodo riguardano l’implementazione del lavoro agile (32%), l’aumento degli investimenti (31,7%), la diversificazione di prodotti/servizi (31%) e la capacità di far fronte all’aumento della domanda (27,7%).

PUNTARE SULL’INNOVAZIONE

Mario Castagna, Responsabile relazioni esterne e istituzionali di Glovo Italia, ha commentato la ricerca: “Le imprese maggiormente colpite dal covid, come quelle della ristorazione, erano appena uscite dalla pandemia e si trovano ora di nuovo in difficoltà a causa dell’aumento dei costi energetici, dell’inflazione, e del minor potere di spesa dei consumatori. Nel frattempo, anche grazie alla pandemia, il comportamento dei consumatori è cambiato, è più digital e chiede un’esperienza d’acquisto personalizzata. Di conseguenza, le aziende devono adattarsi e raddoppiare gli sforzi di innovazione, a partire dal marketing digitale, per diventare più agili e competitive. I piccoli esercizi commerciali che si rivolgono a Glovo lo fanno proprio per incentivare la propria crescita”.

© Riproduzione riservata