Gli operatori del mondo food, Horeca e della gastronomia in generale potranno trovare nel Metaverso un mondo di possibilità tutte da esplorare e lavorare su piani diversi, funzionali a una serie di obiettivi: raccontare la sostenibilità dei processi produttivi e di gestione, immergere il consumatore in un viaggio emozionale nella tracciabilità della filiera e nella artigianalità delle produzioni, dare una dimensione complementare a quelle esistenti all’esperienza del cibo. Questa, se ben interpretata, permetterà di intercettare le generazioni più giovani e meno fedeli, di parlare di gusto e sapore direttamente con il cliente, di sviluppare con lui e per lui contenuti su misura, a valore aggiunto.
A una condizione, però. Gli operatori del settore si troveranno alle prese con un utente libero di scegliere chi essere, nella dimensione digitale e metaversica, cambiando idee, gusti e preferenze ogni volta che desidera. A dare senso all’interazione con questo nuovo scenario è la possibilità di comprare, vivere, raccontare esperienze che non si possono vivere altrove: a vincere saranno le insegne che, utilizzando principalmente le leve del gioco e della immersività, proporranno menu personalizzati, programmi fedeltà, scontistiche e politiche di rewarding pensate per il metaverso e per il singolo alter ego virtuale. Il direct-to-avatar, inserito in una dimensione molto più ampia di quella in cui ci si muove oggi, una sorta di neverending commerce in cui il locale fisico, il delivery e il metaverso si sovrappongono in un puzzle che aggiunge e precisa al meglio l’esperienza proposta, è la sfida che attende il mondo della ristorazione.