Pride Month: mentre in tutto il mondo si moltiplicano le iniziative dedicate al mese dell’orgoglio LGBT, in Starbucks sembra regnare un po’ di confusione sulle tematiche Diversity & Inclusion.
Cosa sta succedendo all’interno di Starbucks?
Come riportato da RestaurantDive infatti, che cita alcune comunicazioni interne della catena, i manager di alcune caffetterie hanno intimato ai dipendenti di non esporre decorazioni a tema LGBTQ o di rimuoverle qualora le stesse fossero già esposte. Il sindacato Starbucks Workers United ha anche condiviso diversi video che sembrano mostrare i manager di Starbucks che rimuovono i display Pride.
La scorsa settimana, Restaurant Dive ha visitato diversi negozi Starbucks a Washington, DC. Due caffè non avevano decorazioni Pride e un terzo che in precedenza aveva ampie decorazioni Pride aveva rimosso la maggior parte dell’arredamento, lasciando un piccolo display con un arcobaleno in gesso. Tutti e tre i negozi vendevano ancora merce Pride.
Starbucks ha tenuto a precisare di non aver vietato le decorazioni del Pride, ma pare che il messaggio sia arrivato molto dopo che il sindacato avesse affermato l’esatto contrario. Ma i grattacapi non sono finiti.
I pregiudizi razziali
Sempre la scorsa settimana, infatti, una giuria del New Jersey ha scoperto che i pregiudizi razziali hanno giocato un ruolo importante nel licenziamento di un direttore regionale (bianco) di Starbucks, come confermato a HR Dive da un avvocato capo del processo, Laura Mattiacci. La giuria ha assegnato $ 600.000 in danni compensativi e $ 25 milioni in danni punitivi, ha affermato la Mattiacci.
Il caso rappresenta un esempio raro ma non senza precedenti di un querelante bianco che ha dimostrato con successo un’accusa di discriminazione razziale in tribunale, stimolato da un apparente sforzo dell’azienda per raggiungere un obiettivo D&I. Starbucks non ha rilasciato dichiarazioni al riguardo.