Interessanti sviluppi nella querelle tra la città di New York e il gruppo di piattaforme composto tra gli altri da Doordash, Uber Eats e Grubhub, che hanno citato in giudizio l’amministrazione della Grande Mela contro il fee delivery cap al 15%.
Avanti col ricorso
Come riporta RestaurantDive, si potrà procedere con il ricorso, dopo che il giudice Gregory Woods della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York ha respinto la mozione della città di archiviare la causa, secondo un’ordinanza depositata martedì. Woods ha stabilito che le denunce di Uber Eats, DoorDash, Grubhub, Caviar, Seamless e Postmates siano plausibili. Le società affermano che la città di New York ha interferito con i loro contratti e ha ideato il limite tariffario con ostilità nei confronti del settore delle consegne di terze parti. Woods riteneva anche plausibile che la città avesse oltrepassato i poteri di polizia ad essa delegati dalla Costituzione dello Stato di New York.
“Come affermato, la legislazione della città ha privato i querelanti del beneficio dei loro affari e sta causando loro una perdita di denaro“, ha scritto Woods. Il giudice ha poi aggiunto che le dichiarazioni dei membri del consiglio a sostegno del tetto tariffario “hanno mostrato un’ostilità verso [gli aggregatori di consegne] in quanto attori fuori dallo stato”.
Probabile processo?
Tale sentenza non risolve ovviamente il caso, ma rende più probabile che New York City debba affrontare un processo sul provvedimento da essa emanato, aumentando la pressione sul governo di New York affinché trovi un compromesso con le piattaforme. Attualmente, c’è un disegno di legge all’esame del Consiglio della città di New York per allentare le restrizioni imposte dai limiti ai costi di consegna.
La potenziale fine dei limiti alle tariffe di consegna della città di New York si adatterebbe a una tendenza giudiziaria più ampia che ha visto gli aggregatori e altre società della gig economy sconfiggere con successo o altrimenti limitare l’impatto delle normative implementate sulla scia della pandemia di COVID-19.