Dal primo gennaio 2024, McDonald’s USA ha annunciato un aumento delle royalty fee del 25%, che passeranno dal 4% al 5% del fatturato, per le unità nuove o ristrutturate. Tale incremento, insieme all’aumento degli affitti, hanno messo gli affiliati del format in agitazione. È quanto emerge dal rapporto trimestrale della società di consulenza BTIG, elaborato nella base delle conversazioni avute con gli operatori del settore, come riportato dal portale RestaurantDive.
Sviluppo e problemi
Gli operatori hanno riferito a BTIG che ci sono oltre 250 unità nel programma di sviluppo di McDonald’s, che probabilmente sarà completato nell’arco di diversi anni. McDonald’s ha acquistato le relative proprietà durante la pandemia di COVID-19 per consentire uno sviluppo più rapido, ha affermato BTIG.
Gli affiliati hanno espresso più di una perplessità sulle performance dei nuovi punti vendita, affermato che le pressioni macroeconomiche, i dati comparabili difficili e un rallentamento del traffico tra gli ospiti a basso reddito hanno già portato negli ultimi mesi a una crescita lenta delle vendite, e molti hanno affermato di aspettarsi un aumento delle promozioni nei trimestri successivi.
Su e giù
Secondo BTIG, probabilmente aumenteranno infatti anche i costi per i canoni di affitto di queste nuove unità, che secondo BTIG saranno nella fascia medio-alta rispetto all’attuale media del 10%. E tale incremento dei costi potrebbe quasi certamente impattare sullo sviluppo.
Di contro, c’è da considerare l’aumento delle vendite digitali, che stanno diventando un importante driver di vendita. BTIG stima che oltre il 20% delle vendite siano digitali e il menu online di McDonald’s offre sconti aggressivi. Per fare un confronto, le vendite digitali di Wendy’s impattano per circa il 13%. McDonald’s non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento relativa alle preoccupazioni degli affiliati circa l’aumento del tasso di royalty.