20 miliardi di perdite: tanto hanno accumulato, secondo un’analisi del Financial Times, le quattro principali piattaforme di delivery Doordash, Deliveroo, Delivery Hero e Just Eat Takeaway dal momento della rispettiva quotazione. E le prime avvisaglie si erano avute al momento della IPO di Deliveroo.
Venture capital mascherato
Infatti, sull’onda dell’entusiasmo per la forte domanda registrata nell’immediato post pandemia, diverse società di consegne a domicilio si sono quotate per raccogliere capitali di rischio, in una sorta di ‘venture capital aperto al pubblico’ per finanziare un modello di business che richiede alcuni anni prima di poter generare utili consistenti. è necessario fare un passo indietro, per spiegare il significato di quotarsi in borsa per le società di delivery. Dimentichiamo business solidi, modelli sostenibili e utili stellari. Un discorso che può estendersi anche ad altri comparti del foodtech, come il plant-based, come nel caso di Beyond Meat.
Bye Gig Economy?
Tornando al food delivery, sembrano lontani anni luce i tempi della pandemia, quando le piattaforme registravano fatturati e valutazioni da record. Si potrebbe quasi affermare “passata la festa, gabbato lo santo” per un settore che si trova a fare i conti con un contesto macroeconomico decisamente sfavorevole, che unito ad una maggior consapevolezza del consumatore sta portando al lento e inesorabile declino della gig economy. C’è inoltre da considerare che gli alti tassi di interesse degli ultimi anni hanno spinto gli investitori professionali a focalizzarsi maggiormente sulla redditività nel breve termine.
E l’Italia?
Secondo un recente rapporto di The European House Ambrosetti, il mercato del food delivery in Italia vale 1,7 miliardi di euro, il 97% del quale è nelle mani delle grandi piattaforme. Aldilà della crisi, è impressionante riflettere sul fatto che appena 9 anni fa, il mercato valeva 70 milioni, lievitato a 700 milioni nel 2020. Come andiamo dicendo da tempo, l’unica via percorribile per raggiungere la profittabilità sembra essere quella della polarizzazione del mercato, con 4 o 5 colossi a gestire sia il delivery dai ristoranti che l’e-grocery.