Ti ricordi quando qualche mese fa ho parlato dell’importanza dell’estetica nella comunicazione del cibo? Ecco, tutto questo sembra essere ormai un ricordo lontano. L’ultima tendenza che si sta diffondendo nel mondo social – e in particolare su Instagram – racconta un nuovo modo di raccontare il mondo food da parte degli utenti. Questo consiste nella condivisione di immagini e scatti in cui più che la perfezione estetica, sembra prevalere la casualità. È tempo di cibo brutto su Instagram? Probabilmente, sì. Poiché la comunicazione del cibo è filtrata sempre più dalle piattaforme social, è opportuno che anche tu – in quanto protagonista del mondo del Foodservice – approfondisca questo ultimo trend. Iniziamo!
Dall’instagrammabilità alla spontaneità: il nuovo amore dei millennials
È stato recentemente pubblicato su The Atlantic, rivista statunitense che si occupa di cultura e ultime tendenze, un articolo intitolato “The Instagram Aesthetic Is Over”. Al suo interno è dichiarata ufficialmente la morte dello stile “Instagrammabile”. Questo, sembra non funzionare più, sia a livello concettuale che estetico. Per dirla in altro modo, richiamando immagini a cui i social ci hanno abituato, immagini come le case dalle pareti rosa e le tavole da colazione perfettamente apparecchiate, sono ormai considerate obsolete dal popolo social. Anche dai più giovani, proprio quelli che qualche hanno fa hanno portato avanti il fenomeno della “foto social perfetta”. L’effetto di tutto ciò si può già notare nel cambio di rotta editoriale subito dai feed di alcune giovanissime Influencer, citate nell’articolo di The Atlantic riportato sopra. L’elemento dominante è la ricerca di una comunicazione spontanea, quasi a tratti distratta. Sintomo che l’ossessiva ricerca della perfezione estetica ha mostrato tutte le sue fragilità e falsità? Probabilmente sì, in quanto ci ha abituato a un mondo apparentemente tutto uguale, quindi noioso proprio perché impeccabile.
Il ritorno dell’iper-realismo, senza vergogna
Il“feel good style” colorato e luminoso dei primi Influencer, in cui l’avocado toast regnava sovrano, è ormai stato sostituito da uno stile randomico e non necessariamente gradevole per gli occhi. Non è raro, dunque, durante la navigazione su Instagram, imbattersi in contenuti social in cui le descrizioni delle foto sono diventate molto meno curate e gli hashtag sono molto meno usati (anzi, quasi spariscono!). Si osserva così, sia da parte degli utenti che dei brand (vedi Balenciaga, nel mondo fashion), un utilizzo della piattaforma social più variegato e quasi disordinato. No a colori e filtri luminosi, sì a scelte cromatiche iper – realistiche e a filtri deformanti.
I Foodies stanno cambiando: dal #FoodPorn all’#UglyFood
Anche il mondo dei Foodies non è rimasto indenne da questa ondata semi rivoluzionaria. Per anni, il #FoodPorn è stata la regola. La cura maniacale dell’estetica del cibo ha mostrato quanto la componente narcisistica degli utenti riflettesse anche il loro modo di comunicare il rapporto con la tavola. Oggi, invece, si stanno diffondendo account social in cui a prevalere è la condivisione di cibo brutto. In una prospettiva come questa, questo fenomeno riflette una forte dichiarazione d’intenti. La vita reale fuori da Instagram, ad esempio, è fatta di cene improvvisate con quello che è rimasto in frigorifero, superstite dalla spesa del week-end. Spesso, la pausa pranzo è espressione di piatti home made che, dopo essere passati al microonde, non sono né belli da vedere né particolarmente buoni da mangiare. Stiamo assistendo a una campagna di sensibilizzazione per una maggiore autenticità sui social? Probabilmente sì.
Come spiega il New York Times in un articolo pubblicato recentemente, esistono una precisa estetica e una solida filosofia dietro all’#UglyFood condiviso online. La cucina, infatti, non è mai stata bella per forza o visivamente perfetta. Tutte le tradizioni culinarie hanno i loro piatti brutti, qualche volta persino esteticamente sgradevoli. Tuttavia, non per questo meno appaganti per il palato. In questo modo, è come se attraverso il brutto a tavola ci riconciliasse con la tradizione culinaria più autentica e verace. Si riscopre, così, il processo della realizzazione di un piatto e non solo il suo risultato finale.
Il cibo spazzatura è sotto attacco: la denuncia ironica degli utenti
Ovviamente, come tutti i trend che si rispettino, c’è anche chi porta all’esasperazione le cause scatenanti del nuovo successo del cibo imperfetto. A metà tra provocazione e sfida creativa c’è l’account Instagram @chefjacqueslamerde. Si tratta di uno dei primi profili che ha denunciato il fenomeno della falsità estetica del cibo su Instagram. Oggi molto meno attivo, ma comunque degno di essere citato in quanto accoglie al suo interno pietanze solo apparentemente impeccabili. Queste, però, sono realizzate con merendine prese nei discount, oppure salse preconfezionate. Qui non è l’estetica a essere intaccata, ma la qualità degli ingredienti. La loro bruttezza intrinseca rende il piatto sgradevole, in quanto poco salutare. La rilettura ironica dell’ossessione verso l’estetica del cibo, denuncia così la deriva qualitativa del cibo che ingeriamo.
Cosa succederà adesso? Difficile dirlo. Probabilmente, anche questa ultima tendenza a favore del cibo brutto ci stuferà presto esattamente come quella che l’ha preceduta. Il mondo dei social, come ormai tutti sanno, è mutevole per natura. Tuttavia, tutto questo ci dice qualcosa di importante: essere perfetti non è più interessante. Vivere senza filtri, lo è molto di più. Riusciranno brand e utenti a sopravvivere a questa nuova ondata di verità? Lo capiremo da quanti avocado toast saranno condivisi online nei prossimi mesi ?.
di Francesca Di Cecio